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Roma 27/01/03
LETTERA APERTA
Al Presidente del V° Municipio
del Comune di Roma
Ivano Caradonna
Egregio Presidente
Ancora una volta si è fatto sfuggire l’occasione, per altro da Lei sempre auspicata, di una costruttiva e leale collaborazione nell’affrontare le problematiche del territorio che istituzionalmente rappresenta.
Spesso mi incita, ci incita, a mettere da parte le differenze ideologiche e politiche per affrontare con “spirito di servizio” quanto i cittadini residenti ci propongono e ci richiedono nel corretto spirito di una “democrazia partecipata” che a parole Lei auspica, ma nei fatti continua ad essere ostile nel concederla.
L’ennesima prova si è riscontrata nel recente Consiglio Straordinario promosso da ambedue gli schieramenti di questo Municipio per affrontare con serenità e coraggio le problematiche del quartiere di Colli Aniene, il quale vive come tanti altri quartieri di questo Municipio, di difficoltà quotidiane e di problemi comuni ( sicurezza, decoro urbano, commercio, viabilità, qualità della vita), e che, nello spirito della partecipazione ci invita a confrontarci democraticamente per poter affrontare e provare a trovare le soluzioni più opportune.
Nel ricordarLe che il Suo (e non solo) comportamento, nei confronti dei cittadini promotori in quella sede, non si è distinto e adeguato ai canoni della correttezza e imparzialità (cosa per altro auspicabile almeno da parte di un Presidente di Municipio) il quale dovrebbe comportarsi sempre “super partes” in certi contesti, ma che al contrario, in quella sede ha costantemente sottolineato una certa “insofferenza” nel dover ascoltare quei cittadini, portatori di proposte e idee lontane dal pensiero della forza politica cui appartiene.
Certo sarebbe stato più attento e disponibile se quei cittadini erano inseriti nell’elenco degli “amici” e sostenitori politici, ma come ben Lei sa il 48% dei residenti il V° Municipio non condividono la Sua appartenenza politica, non per questo Lei può permettersi di considerarli cittadini di serie “B”; perché questo è quanto emerso dai Suoi e non solo interventi.
Proprio questo era il senso dell’Ordine del Giorno da me proposto, quello di impegnarla a predisporre un tavolo di lavoro al quale potevano sedersi Comitati amici e non, Uffici tecnici e politici di maggioranza e opposizione, i quali, con tutte le differenze ideologiche, di pensiero, di diversità, di proposte, poter definire ed approfondire le idee e le possibilità di soluzione ai tanti problemi che affliggono questa parte del territorio, con estrema serenità, trasparenza nel vero spirito di una “democrazia partecipata”.
Ancora una volta Lei e una piccola parte della sua maggioranza avete detto “NO” ad una semplice e trasparente richiesta di apertura democratica al dibattito, ma non è questo che mi ha spinto a scriverLe, lo scopo per cui ho ritenuto un dovere farlo è “il come” questo si è verificato.
La cosa che più mi ha rattristato non è stato il “NO” alla proposta di O.d.G, ci ho fatto, ci abbiamo fatto l’abitudine, ma è stato quanto Lei, non ha potuto nascondere nel suo sguardo, nel suo intervento, nella sua soffocata gestualità e nel suo imbarazzo, cosa che non poteva nascondere ad un attento sguardo di chi gli era difronte.
Mi ha sconcertato nel vedere il Presidente di questo Municipio, il primo cittadino di questo territorio dovere dire “NO” per assecondare una insignificante parte della sua maggioranza la quale non ha voluto sostenere in aula una proposta (se pur ritenuta giusta da gran parte di questa) presentata dal sottoscritto.
Tutti i presenti hanno potuto vedere il gesto stizzoso e di disprezzo che è seguito alla presentazione del documento da me proposto a questi, senza neppure leggerlo è stato rigettato e cestinato per il solo fatto che il proponente era il sottoscritto; posso solo aggiungere che questo non Vi ha fatto onore se tutto il discorso è improntato sulla pur diversa dialettica politica;
Non lo biasimo per avermi detto “NO”, ma mi sconcerta pensare che il Presidente di questo V° Municipio del Comune di Roma sia costretto a governare attraverso la più meschina arma che l’uomo conosca “il ricatto” da parte di una minima parte della sua maggioranza, la quale, senza storia ne cultura ne capacità intellettive riesce a tenere sotto scacco una forza politica che ha scritto innumerevoli pagine della storia di questo Paese.
Ho avuto per un attimo l’esitazione di ritirare il documento, ma se lo avessi fatto le avrei sicuramente creato maggior danno, in quanto non avrei non potuto esternare pubblicamente quanto ora sto facendo.
Non me la sono sentita di infierire sul Presidente del Municipio di cui faccio parte come cittadino, già notevolmente provato ed in grave difficoltà, perché anche se Lei rappresenta il mio diretto avversario politico in quella occasione l’ho vista come un uomo debole e politicamente umiliato al quale non si poteva non correre in soccorso; per un attimo mi sono messo nei suoi panni e sinceramente Le confesso mi ci sono sentito molto stretto.
Anche la Politica, quella con la “P” maiuscola ha una sua morale, lo può dire Lei per il partito che rappresenta, lo posso dire io per il partito che rappresento, ma questo non può assicurarLe in futuro le medesima disponibilità se mi si ripresenterà l’occasione, anche volendo non potrò soprassedere e conseguentemente sarò costretto, mio malgrado a mettere a nudo il RE.
La saluto ricordandole che se pur sempre avversario sono sempre disponibile nell’avere con Lei un rapporto di reciproca e corretta dialettica politica nell’interesse esclusivo dei cittadini di questo Municipio, sempre se Lei saprà dimostrarmi uguale disponibilità.
Cordialmente
Mario Remoli
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