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Intervento sul P.R.G. del Comune di Roma prodotto in aula dal Consigliere Mario Remoli Gruppo F.l. (emendamenti proposti *).
Nella presentazione del nuovo PRG del Comune di Roma, lo stesso Assessore Morassut lo definisce " un evento che esige acume politico e amministrativo di grande sensibilità verso le dinamiche storiche e verso tutti quegli elementi socio economici che concorrono a determinare il profilo cittadino".
Di questo ne sono pienamente convinto e sono certo che di questo ne sono
convinti tutti quei Consiglieri che hanno a cuore il futuro (uno migliore) di questa città, con particolare riguardo al territorio su cui viviamo, lavoriamo e siamo portatori delle esigenze della gente.
Nella sua relazione l'Assessore non ha potuto non rimarcare la sua posizione
politica (legittima) ma poteva evitarcela, quando nella Sua non velata critica cita l'attuale governo di questo Paese.
Tutto questo gli si può anche perdonare conducendo il tutto al gioco delle parti che fa assumere atteggiamenti critici quando si è fuori dei tavoli delle trattative e mansueti e fortemente "richiedenti" quando si discute nelle sedi appropriate di finanziamenti.
Non è completamente negativa una rivalutazione della "zona", della città che
viene espressa con la scelta di una "zonizzazione" più flessibile e semplificata attraverso la terminologia dei "tessuti". Terminologia che lascia intravedere e prevedere sviluppi s trasformazioni che consentono un moderato grado di flessibilità e di plurifunzionalità.
E' necessario comunque che a questa innovazione segua, in tempi brevi e
determinati una vera strategia e delle regole certe e fisse, che consentano agli Amministratori locali e agli stessi cittadini di avere "certezze" predefinite.
Non è possibile ricondurre un discorso così importante alia strategia del "poi si vedrà"; direttrice la quale non ci ha portato a nulla, il "pianificar facendo", non ha funzionato prima e non funzionerà poi, tanto è vero che la stessa maggioranza che governa questo Comune lo rinnega oggi.
Una delle idee cardine di questo PRG sono i meccanismi delle "compensazioni" e delle "cessioni" che viste sotto questa specifica angolatura "potrebbero" ( non a caso uso il condizionale) rivelarsi uno strumento più duttile e sicuramente più pratico; a patto di introdurre nella Norma Tecnica Attuativa una puntuale indicazione delle modalità stesse.
Ciò che mi rende perplesso è che a pag. 5 della relazione dell'Assessore si
legge testualmente: " al meccanismo delle compensazioni e delle cessioni, che da all'Amministrazione uno strumento più rapido ed efficace da affiancare
all'esproprio".
L'ambiguità di questa affermazione è dal sottoscritto tradotta in: " attuiamo
l'esproprio e poi andiamo a trattare con il privato, avendo questo il cappio al
collo avremo più facilità a contrattare con il coltello dalla parte del manico, così faremo anche prima, vorrei veramente sbagliare ma personalmente ritengo che questo è il succo del discorso e la strategia che più predilige questa Amministrazione.
La diminuzione generalizzata delle cubature è evidente, ma questa rimane sulla carta per che in verità la situazione è e sarà completamente diversa; devo constatare che queste affermazioni si riveleranno come un "cavallo di Troia"; basti pensare a quanto di programmato è già sulla carta ed in via di lavori nel
breve periodo sul territorio; Art. 11, art 2 accordi di programma e quanto altro,
perché è vero ciò che ci propina questo PRG, ma il rimanente siamo sicuri che sarà collocato nei giusti spazi e con la metodologia del "prima le infrastrutture i servizi e poi i metri cubi di cemento ?; di tutto ciò nutro molti dubbi e sono fortemente critico quando trovo sulle carte proposte di zone edificabili in 167, fuori da ogni contesto logico, come dire mettiamo circa 2800 abitanti (perché questi sono i numeri) nel mezzo del steppa, senza possibilità di servizi di nessun genere, in zone prettamente ad espansione industriale o pseudo, in zone dove già costoro hanno fallito (vedi Casale Caletto) senza nessuno scrupolo vengono ancora a proporci orribili situazione di ennesimo degrado sociale e ambientale.
Certo che Roma è stata ed è maggiormente oggi Capitale di Pace aperta
all'economia globale e quanto altro, ma l'enfasi con cui l'assessore nel redigere questa sua relazione propone di farci sognare mi risulta personalmente una farneticazione tipica del riformista che governa la città.
Devo e non posso fare a meno di citare per correttezza politica un suo
passaggio nel quale mi ritrovo profondamente se mi lasciassi per qualche attimo tentare dalla mia passione; ma poi bruscamente mi risveglio e contato che era solo un momento di debolezza interiore quando tocco con mano la cruda realtà di questo territorio che vivo: " una città accessibile, con più servizi, con una qualità sociale e urbana diffusa, con più verde, ma anche con più infrastrutture e infine una periferia che non sia periferia, una città risanata essa stessa, recuperando e riducendo quei guasti che il passaggio tra il vecchio e il nuovo piano ha determinato, non posso tralasciare una mia personale interpretazione "dei due mali uno" e di certo anche se giustamente contestato il PRG proposto allora dall'Assessore Cecchini era certamente superiore di gran lunga al seguente se non altro per gli aspetti, idee, e possiamo dire anche logicità sul piano operativo e programmatico.
Di questo PRG si può senza dubbio di smentita dire "un ragionamento ad ampio raggio, che menziona il fallimento di una strategia riformista che in questo particolare territorio dura quasi da trenta anni.
"La difesa del territorio, la salvaguardia e la tutela dell'ambiente, la battaglia
contro l'uso indiscriminato del territorio, la valorizzazione dell'Agro come risorsa produttiva ambientale e storica, sono scelte fondamentali per PRG e raccolgono anni di battaglie democratiche".
Parole al vento con ampie dosi di ipocrisie e "buchi neri" che questa
amministrazione colmerà, buchi neri tanto evidenti anche agli occhi dei meno
esperti, tanto lapalissiani da far accapponare la pelle, basta leggere con
attenzione il Capo 7, art. 62 delle Norme Tecniche di Attuazione "Ambiti di
Riserva a Trasformabilità vincolata".
Ci dica Assessore De Giusti, Presidente Scacco, Presidente Caradonna, se è
stato spiegato ai mèmbri della Commissione Assetto del Territorio sia di
maggioranza che di opposizione, cosa significa nella cartografia Sistemi e
Regole, elaborato 3/12 del Piano Regolatore Generale quell'enorme macchia
gialla zebrata che si propaga a ridosso del GRA verso nord che parte dallo
svincolo di Casal Monastero addentrandosi fino alla Centrale del Latte e si
espande per circa 70 ettari di Agro Romano.
Quella macchia non sono altro che gli "Ambiti di Riserva" e sono individuati dal Comune di Roma per reperire aree edificabili da utilizzare per finalità di
interesse pubblico generale:
a) interventi di edilizia residenziale pubblica o sociale;
b) compensazioni di diritti edificatori ai sensi dell'ari 14;
e) incentivazione degli interventi di demolizione nella città consolidata;
d) incentivazione della realizzazione di parcheggi pubblici o privati;
e) trasferimento di volumetrie edificate in aree della rete ecologica;
f) incentivi urbanistici previsti all'interno dei Programmi integrati o di Progetti
Urbani promossi per le finalità di cui all'ari 12 comma 7;
g) incentivazione alla realizzazione/o gestione di opere pubbliche;
h) altre iniziative volte a facilitare la realizzazione di obiettivi di interesse
pubblico o dei principi di perequazione assunti dal PRG.
Naturalmente dopo aver fatto i danni il Comune di Roma penserà di far gestire il tutto al Municipio, come volersi dire: " io faccio l'affare" penserai tu Municipio a risolvere i problemi futuri, e di problemi vi anticipo ce ne saranno tanti.
Complimenti !!!!, non avete tralasciato nulla e parlarvi di "Buco Nero" è farvi un complimento, senza per altro anticipare e voi lo sapete la prossima dismissione della centrale del latte, mi auguro che ben conosciate la Delibera Comunale di affidamento e di vendita del complesso al Dott. Cragnotti ad opera dell'adora Assessore Lanzillotta, ringraziandola ancora oggi della acuta sensibilità avuta nella organizzazione dell'operazione, costata alle tasche dei contribuenti romani un cospicuo gruzzolo di "mancato introito" per aver venduto l'azienda ad un costo assai più basso della sua valutazione complessiva.
E visto che ci troviamo in argomento ed in loco vorrei conoscere quali sono gli intenti e quale sarà la futura previsione per gli altrettanti 42 ettari di area
destinata per il suo colore a Servizi pubblici di livello urbano, non c'è in tutto il
documento una seria programmazione futura, tutto è lasciato al "dopo".
Vorrei ma non posso sollevare anche il problema del futuro assetto di Casal
Monastero attraverso quello scellerato accordo di programma che state
portando avanti.
Tutto questo per dire che da una parte enfatizzate la tutela dell'Agro Romano
rimasto ma in verità ne distruggete per ora circa il 50% esistente a nord del
nostro Municipio, non possono seguire parole !!!!!.
A tal proposito parlando di Agro Romano, di Verde e ambiente non posso che
sollecitare questa attenta Amministrazione a predisporre per quanto riguarda il Parco dell'Amene e la sua strozzatura al di là del GRA una proposta di
prolungamento dello stesso classificando questa area un " Ambito di
valorizzazione paesistica, naturale e storico-archeologico atraverso la
perimetrazione già avvenuta in ambito Comunale, mi sembra sia il minimo che si possa fare a salvaguardia di quanto ci rimane di verde.
Illuminateci con le vostre conoscenze tecniche, perché solo allora e non ne sono certo riuscirete a farci digerire a noi tutti il "luminoso" PRG che ci state
Proponendo.
Per un attimo ho creduto di sentire "musica per le mie orecchie", su queste
definizioni di intenti non posso che essere dalla sua parte, ma di colpo mi ritrovo su un'altra sponda con un ottica realisticamente diversa dalla sua, perché più leggo i documenti e più mi convinco che la parte politica che Egli rappresenta sta mentendo, e mente sapendo bene di mentire.
Non si può negare la verità dei fatti quando si fanno cifre precise, è vero che il Piano delle Certezze ha salvaguardato 82 mila ettari di territorio a verde e a destinazione agricola rispetto ai 129 H complessivi; è vero che con questo PRG si arriva a sfiorare gli 87 mila H e di suolo agricolo, ma questo non basta a tenerci sereni ci state volgarmente "fregando", tant'è che successivamente e oggettivamente vi ponete la domanda "amletica" senza comunque darvene
risposta "come gestiamo queste aree verdi", ipocriti e dir poco.
Andiamo ad analizzare le aree verdi del nostro Municipio, le aree organizzate a verde pubblico nell'intera città di Roma ammontano a 2.928 ha, circa il 10,3 mq per residente, tuttavia questo valore di superficie si riferisce a varie tipologie di verde, connotate da diversi livelli di accesso e fruibilità.
Con una attenta valutazione si dovrebbe scorporare tanto le aree classificate
come verde di arredo e di sosta 310 ha, pari all'11% del verde complessivo,
quanto le aree destinate a verde speciale 243 ha. pari all'8%,di fatto aree
precluse al pubblico.
Analizzando il verde pubblico rimasto disponibile prò-capite nel V° municipio,
che oscillerebbe secondo stime del Comune di Roma dal 6,5% al 9,3% mq per residente, si potrebbe dire che esso si avvicina alla media cittadina.
Considerando invece la realtà dei fatti, quindi i numeri, quindi una attenta visione delle cartine a disposizione e non le chiacchiere, si deduce che il verde nel V° Municipio è costituito dalla maggior parte di verde di arredo e sosta ( mi permetto di dire "e di che pregio ! ") mentre il verde pubblico prò-capite a disposizione dei cittadini di questo Municipio è pari a 5,1% mq ad abitante, quindi, il 50% in meno alla media dei cittadini romani, senza per altro entrare in merito al tipo e pregio di questo.
Da una recente indagine svolta sugli utenti del Parco di Villa Ada, (II0 Municipio) dall'Ufficio ambiente del Comune di Roma, in collaborazione con alcune Associazioni Ambientaliste si è potuto valutare alcuni aspetti della fruizione del verde pubblico di Roma.
In media il 50% degli utenti utilizza il verde pubblico nella fascia oraria 15,00 -
19,00, solo il 40% di questi proveniva dallo stesso quartiere, il 47% proveniva
da altri Municipi limitrofi, ed il 13% da Municipi remoti.
Questo essenziale dato indica che. se nel V° Municipio vi fosse più verde
pubblico disponibile ed attrezzato, motti cittadini ne usufruirebbero senza
trasmigrare in altri parchi limitrofi, con tutti i benefici che ne deriverebbero
( tempo, traffico, vivibilità, incremento commerciale.
Ad oggi cari colleghi confermo ciò che lo stesso Assessore teme. affermando
che gli spazi verdi e le aree verdi, i parchi sono solo sulla carta; la giusta
preoccupazione e come li gestiremo ed il rischio non peregrino che questi, se
non utilizzati e gestiti come tali diventino tra breve aree appetibili per uffici, case, parcheggi.
Si deve mettere in piedi e aggiungo: "quanto prima", un meccanismo
amministrativo che anticipi questo non lontano futuro e risolva il problema della gestione con incentivazioni che permettano di sostenere attività imprenditoriali legate alla valorizzazione delle aree libere e consentano a quella categoria dell'associazionismo no-profit (tanto a cuore da questa Amministrazione) di gestire le piccole come le grandi aree verdi producendone anche un pur minimo sostentamento.
Non era peregrina la proposta del sottoscritto fatta nel lontano 1999, riproposta nel 2001, portata in aula nel 2002, che Voi maggioranza progressista ed attenta alla qualità della vita e territorio avete bocciato con la sola forza dei numeri e non del ragionamento.
Da tempo cerco di farvi riflettere su questa problematica specifica, mi auguro
che questa idea, ora avanzata da un vostro Assessore sia lo sprono a farvi
invertire la tendenza del "NO" di fronte alle proposte costruttive della
opposizione.
Altrimenti continueremo ad assistere e non a caso "immobili" a che l'Assessore di turno alle politiche per le periferie conceda a chi gli è più vicino la gestione di piazze e aree verdi per la loro gestione ordinaria a suon di milioni a carico della collettività, senza per altro un buon riscontro politico ed estetico.
E non è possibile concludere questo argomento se non si accenna al problema del Parco dell' Aniene sotto due profili:
1 - è quello inerente al suo prolungamento dopo il raccordo anulare fino ad
arrivare al confine del territorio Municipale per salvare il salvabile dalle future e non molto lontane speculazioni che agitano i sonni dei nostri Amministratori
centrali.
2 - è l'interruzione dello stesso presso la stazione metropolitana di Ponte
Mammolo con tutta una area che si vorrebbe destinare a verde pubblico e
servizi pubblici di livello locale, forse perché in quella centralità necessitano degli spazi da destinare a qualcuno ? , o perché in quella centralità sarà costruita tanta di quella cubatura per cui non rientrate negli standard urbanistici di aree da destinare a verde ? . dateci la possibilità di capire cosa si intende fare in quell' area.
LA MOBILITA':
un dramma che si consuma giornalmente su questo territorio, un dramma che ha visto tutti questi anni l'elaborazione di numerosi progetti, confido ancora nella ragione e nel buon senso a fare presto concretizzando quanto di più significativo ad oggi è stato proposto dagli stessi cittadini a riguardo della mobilità, non vi potete permettere più di illudere chi già giornalmente è illuso.
Il prolungamento della metro B a Casal Monastero è insufficiente, è utopistico e scellerato pensare di risolvere il problema della mobilità con un prolungamento che definisco "mozzo", nonostante l'adeguamento della Tiburtina, la complanare della stessa possano in qualche modo lenire in qualche modo il dramma che i cittadini vivono giornalmente.
Non si può pensare che in futuro, successivamente ci sarà un altro mezzo
leggero che proseguirà fino a Settecamini, Case Rosse, occorre già da oggi
metterlo in cantiere con un unico mezzo di percorrenza, non possiamo
permetterci di pensare che il cittadino già costretto lasciando la metro B a
raggiungere con uno o due, forze tre mezzi il posto di lavoro, di conseguenza
proporgli la stessa trafila per il ritorno: ora, adesso subito occorre provvedere
al prolungamento, oserei dire neppure prolungamento " La metro B deve
partire da Rebibbia e terminare a Settecamini.
Vi invito a leggere attentamente il documento che da tempo i cittadini di
Settecamini e Case Rosse riunitisi in un Comitato di Interquartiere hanno
proposto per sostenere questa valida tesi, certamente non fanno sconto a
nessuno rispetto alle responsabilità che si evincono producendo date e delibere e documenti alle quali non si può non tenere conto, un ottimo e ragionato lavoro che l'opposizione sosterrà con tutta la forza.
Adeguamento della Via Tiburtina, bene, non so come, non so quando ma presto, escludo a priori l'utilizzo anche se con corsie protette di mezzi su gomma + inquinanti + rumorosi - capienti; dico invece si ad una linea leggera di Tram o filobus: - inquinanti - meno rumorosi - meno costosi come realizzazione - ingombranti + capienti certamente più facili da riutilizzare.
Bene la complanare a sud della Tiburtina ma che questa prosegua fino al
congiungimento della Palmiro Togliatti, altrimenti che senso avrebbe terminare in Via di Tor Cervara strada insufficientemente predisposta a raccogliere un così gravoso flusso che inevitabilmente si riverserebbe nuovamente sulla via Tiburtina nei pressi dello svincolo di S. Basilio già di suo al collasso totale, ameno che non si studi l'allargamento della Via di Tor Cervara ed il sottopasso della stessa alla via tiburtina congiungendosi a S.Basilio direttamente, e dall'altra parte il congiungimento diretto con la A 24 tramite il potenziamento dello svincolo di Via Costi.
Bene l'adeguamento di via del Casale di S.Basilio purché questo abbia degli
sbocchi trasversali verso le zone limitrofe via Pollenza per raggiungere
successivamente con la nuova viabilità della Torraccia - Via Tino Buazzelli a
Via Leibniz. indispensabile per un collegamento con Viale Max e Viale Kant -
Via Bartolo Longo a Via Longoni - via Cafasso con via E.B.Gianni. l'apertura di Via Maietti, con il totale rispetto del verde pubblico a parco esistente
prolungandolo verso via del Casale di S.Basilio e l'apertura della strada
esclusivamente per i mezzi pubblici e di soccorso; occorre dunque collegare i
vari quartieri in modo che possano interagire fra loro e non rimanere isolati dalla vita e dai servizi (anche se insufficienti) di questo Municipio, ma attenzione le aperture e i collegamenti devono essere tutti predisposti, non accetto quello si. quello no, o tutti o nessuno, sarebbe troppo facile ed indolore una si fatta soluzione e sicuramente inadeguata.
Prendo in parola l'assessore Morassut per quanto afferma a pag. 10 della sua relazione "prima le infrastrutture poi gli insediamenti" sono certo di smentirlo con il proseguo del mio intervento.
CENTRALITÀ' E PERIFERIE:
una scommessa già persa in partenza è quella di togliere ( parola di assessore) il dominio della rendita immobiliare, sono parole di facciata che mi portano a pensare quanto si possa essere contemporaneamente lo specchio deforme di se stessi.
Sono convinto che sulla carta i propositi possono rivelarsi anche positivi e
questa ne è la riprova "solo sulla carta", lo attenderemo sulla concretezza e sulla stesura finale del documento.
Le centralità metropolitane nel nostro territorio sono 3: Pietralata a
pianificazione definita o quasi. Ponte Mammolo che in realtà risulta essere una centralità esclusivamente di tipo viario e di snodo come ci volete far credere . ma in realtà quintali di cubature sono già pronte a sommergerci e Collatino Togliatti da definire, a tal proposito mi sembra veramente un sacrilegio così come è posizionata per l'enorme dispendio di verde che si va a sopraffare; quando bastava allinearlo a ridosso della linea ferroviaria per creare certamente una centralità risparmiando gran parte di verde, questa è una modifica da proporre con tempestività; di centralità locali ne abbiamo
4: S.Basilio, Casa! Monastero,Casal Bruciato, queste saranno il banco di prova di queste affermazioni.
La cosa grave che si afferma è che questi strumenti di programmi integrati e le centralità saranno gestite dai Municipi, i quali saranno i veri protagonisti; gradirei conoscere come e con quali mezzi ed uomini, quali tecnici il Municipio potrà affrontare queste problematiche, consapevoli che oggi non si è in grado neppure di adeguare la segnaletica stradale o intervenire su essa se non dopo 8/10 mesi se tutto fila liscio, come si usa dire, quindi occorre alla base di questo slancio futuristico stare bene piazzato con i piedi a terra e provvedere con vigore ad attuare un vero decentramento di competenze prima di dare ipotetici incarichi.
La demolizione e la ricostruzione sono i temi dominanti di questo PRG, occorre dare certezze e non proclamare slogan se si vuole veramente vincere la sfida, per essere certi di questo vi invito a sfogliare le "Norme Tecniche di Attuazione" vi renderete conto di quanto la realtà si tradurrà in opportuni slogan, penso ai premi di cubatura.
Leggendo a pag. 16 della stessa relazione mi rendo sempre più conto di quanto non sia poi molto lontano la mia reale intuizione.
LA CITTA' DA RISTRUTTURARE:
in questo schema di riferimento vengono individuate: Settecamini, Rebibbia,
S.Basilio.
In merito al progetto di Settecamini mi sembra si possa definire nel complesso una vantazione non del tutto negativa, un probabile suggerimento da proporre è quella inerente la viabilità che dovrebbe a mio avviso aiutare a decongestionare il traffico sulla stessa Via Tiburtina attraverso un sottopasso di entrata e di uscita dallo stesso quartiere evitando quell'infernale incrocio, ristabilendone anche un decoro urbano oggi inesistente.
Rebibbia: per quanto riguarda Rebibbia, mi sembra improponibile la possibilità di prevedere uno snodo o piazza al bivio fra Via Francesco Selmi e la stessa Via casal de Pazzi (Crocifisso).
Vedrei meglio questa collocazione fronte Parrocchia S.Cuore, area IACP. di
certo più agibile, più realisticamente realizzabile, più utile, in quanto risulta
essere il centro del quartiere e punto di incontro naturale dei cittadini.
Come pure lo spostamento del mercato all'aperto dall'attuale sede di Largo
Zuegg, per quanto le aree trasformabili mi sembrano improponibili le zone nei
pressi di Via Ripa Mammea e Via Cicogna, a mio avviso troppo limitrofe al fiume Aniene proprio per il rispetto delle aree che si identificano come a pericolo di inondazioni e interessate per altro dal futuro snodo proveniente dalla Palmiro Togliatti.
Per quanto la zona di trasformazione fronte Via Cafasso potrebbe essere
opportuno identificarci la prima fermata metro del prolungamento linea B
proveniente da Rebibbia.
A termine di questa disquisizione ritengo di dover proporre la cancellazione dal PRG di Rebibbia come area di città da ristrutturare per varie motivazioni:
1 - non ne vedo la logicità;
2 - ritengo un insulto predisporre la possibilità di distruggere una zona che
potremmo classificare invece come città consolidata sia sotto l'aspetto
urbanistico che sodale una micro città alla quale va data la possibilità di
armonizzarsi mantenendo e salvaguardando il contesto storico, ambientale,
architettonico e principalmente sociale.
Cosa che mi stupisce è che l'ex complesso Geriri, ex Parrocchia S.Domenico
Savio è considerata dalla cartografia ambito di città da ristrutturare, ci aspettiamo un mega supermercato, un centro commerciale da sballo o cosa altro ?; ritengo invece doverlo classificare come città consolidata senza possibilià di cambio di destinazione d'uso, perché storicamente è e deve rimanere un pezzo della storia della Tiburtina, propongo a tal proposito un emendamento specifico, come pure propongo un emendamento specifico per l'ampliamento della città storica (T8) di tutta l'area ex INA Casa di Ponte Mammolo raggiungendo ed inglobando anche le case storiche di ViaLanciano.
S.Basilio, ritengo essere una buona proposta pur sempre compatibile con le
esigenze più volte esternate dai vari comitati di quartiere e cittadini.
LE ATTIVITÀ' PRODUTTIVE:
il collegamento con le grandi realizzazioni produttive programmate su questo
territorio mi fanno rabbrividire al pensiero di come si potrà smaltire i flussi di
traffico e di persone che questi produrranno su tutto il territorio municipale,
nonostante questo continui a reclamizzare strade a destra e a manca ancora
sulla carta o nell'immaginario collettivo di qualche ingegnere o progettista
Comunale, penso al CAR ai Mercati Generali, al PRUSST, al Polo Tecnologico agli stessi piani di zona.
Una migliore, più elevata e diffusa qualità sociale, il "diritto alla bellezza" queste sono le frasi con cui l'assessore Morassut termina la sua relazione, non proseguo oltre, lo trovo quanto di più propagandistico si possa affermare
guardandosi intorno al territorio in cui viviamo.
La conclusione a pag. 27 della stessa relazione conferma pienamente i miei
dubbi avvertendo fra l'altro che già all'interno di questa maggioranza Comunale esistono ampi varchi di non condivisione al PRG, gli stessi punti di vista generali al progetto che separano le varie realtà costitutive.
Non ha caso mi voglio soffermare sulle problematiche che si evidenziano in
quella parte del territorio Municipale chiamato Casale Caletto, Tor Cervara, uno dei primi insediamenti industriali di questo territorio.
Ce ne per tutti i gusti e per tutte le competenze, partendo dal problema:
- Scuola materna inutilizzabile - il non realizzato svincolo Roma-L'AquiIa
- viabilità - depuratore di Tor Cervara inutilizzato
- sicurezza – attenzione sociale - dispersione scolastica - droga - malavita -sito per autodemolitori e rottamazione.
SCUOLA:
materna costruita e pronta per l'uso dal 2000, eppure nessun bambino fino ad
ora non ci ha mai messo piede, tutta colpa di una industria di salumificio che è lì da moltissimi anni ma a soli 65 metri, il limite di edificabilità e agibilità è di 200 metri, la U.S.L. giustamente non ha consentito il N.O. per l'abitabilità, per motivi igienici e salubri, si sono spesi 4 miliardi; oggi è in condizioni disastrose, furti ed atti vandalici l'anno resa uno scheletro, nei giorni scorsi il 25/04 c'è stato un tentativo di occupazione da parte dei noti "senzacasa", appoggiati come sempre da qualcuno che ben sa indirizzarli, quindi un danno economico per l'erario non indifferente, nel frattempo l'Assessore
D'Alessandro cerca una soluzione tecnica.
DEPURATORE:
di Tor Cervara. costruito con l'amministrazione Vetere in Via di Cervara, mai
entrato in funzione perché si è proweduto in seguito con l'allacciamento
direttamente al collettore di Colli aniene; oggi è rifugio di drogati, prostitute,
illegali, zingari, punto di smercio e di quanto si può produrre all'interno
dell'illegalità.
Si è chiesto ('intervento dell'assessore preposto D'Alessandro il quale non riesce a trovare 80 milioni per lo smantellamento dello stesso nel frattempo ci si sono costruite all'interno baracche, loculi ed altro; interrogato l'Ing. Tellico del Comune di Roma questi riferisce che il progetto per lo smantellamento esiste ma non è ad oggi praticabile per mancanza di fondi; evitiamoci qualche patrocinio in più e utilizziamo quel danaro per rendere più vivibile i nostri quartieri.
Non ci sono parole per descrivere lo stato delle strade inteme al quartiere e alla stessa Via di Tor Cervara, sempre pronta ad un decollo per l'allargamento e sistemazione del manto stradale, senza parlare delle difficoltà che incontrano i mezzi pesanti che servono le industrie della zona i quali non avendo lo svincolo verso la autostrada Roma-L'Aquila. come invece giustamente hanno ben fatto gli Amministratori del VII Municipio Tor Sapienza, che oggi hanno uno svincolo importantissimo senza che il traffico locale pesi intensamente sulla stessa zona.
AUTODEMOLITORI. ROTTAMAZiONE:
- in data 2/10/97 il Consiglio Comunale di Roma ha ratificato l'adesione
dell'alierà Sindaco Rutelli ali' "accordo di programma" concluso tra Comune di
Roma e Regione Lazio per l'individuazione dei siti per le localizzazioni
ambientalmente compatibili delle attività di autodemolizione e rottamazione;
- tale accordo di programma, pubblicato sul BURL in data 20/02/98, ha
individuato la zona di Tor Cervara come idonea ad ospitare attività di
autodemolizione e rottamazione;
- nel corso del 2000 sono stati elaborati e successivamente approvati i progetti preliminare e definitivo dei centri integrati di autodemolizione e rottamazione, tra cui quello di Tor Cervara, è il caso di dire la ciliegia sulla torta;
- in seguito il vice commissario delegato per l'emergenza rifiuti di Roma e
Provincia ha dichiarato con proprio decreto in data 20/11/2000 l'opera di
pubblica utilità e i relativi lavori indifferibili ed urgenti, autorizzando il Comune
di Roma ad occupare in via d'urgenza le aree occorrenti, tra cui quelle di
proprietà di alcuni cittadini del V° Municipio, in attesa del completamento delle procedure di esproprio;
- nel frattempo, in data 07/01/2000 alcuni cittadini interessati all'esproprio, avuta notizia dell'imminente esproprio hanno consegnato all'arch. Mirella Di
Giovine, allora Direttore del X Dipartimento competente del Comune di Roma, una nota in cui si segnalavano i motivi tecnici di inidoneità delle aree
prescelte, purtroppo non si ebbe risposta alcuna, come si dovrebbe in base
alla Legge 241/90, cosa ancora più strana che il X Dipartimento asserisce che tutto ciò non è di sua competenza ne per quanto la localizzazione ne la
quantificazione.
Altra identica nota fu consegnata in data 07/01/2000 alla Dirczione Generale per la Difesa del Suolo (settore danno ambientale) del Ministero dell'Ambiente, ma anche questa nota è caduta nel vuoto;
- in conformità all'accordo di programma di cui sopra, il Consiglio Comunale.
con la delibera n° 176 del 19/11/2000, nell'ambito delle controdeduzioni alle
osservazioni presentate avverso la Variante Generale al P.R.G. adotta con la
delibera del Consiglio Comunale n° 92 del 29/05/77. denominata "Piano delle
Certezze", ha destinato a sottozona M6 (attività per autodemolizione e
rottamazione) due aree in località Tor Cervara. entrambi con accesso da Via
di Cervara; tale Delibera n° 146 è stata sottoposta al vaglio delle allora
Circoscrizioni per- in data 20/1072000 la Giunta Comunale ha deciso di approvare la proposta di deliberazione "Adozione del nuovo P.R.G. della Città di Roma" e nei giorni il parere di competenza (le osservazioni) al progetto di piano;
- gli elaborati grafici del progetto di P.R.G. sono stati immediatamente inseriti
sul sito web del VI Dipartimento del Comune di Roma, dove tuttora sono
consumabili in qualsiasi momento;
- la tavola G5.6 mostra chiaramente con colore rosso, una zona piuttosto ampia
di Tor Cervara, destinata ad attività per autodemolizione e rottamazione,
mentre analoga indicazione, per una mera svista materiale, non è riportata
sulla tavola G3.6, carta gestionale del "Sistema delle infrastrutture
tecnologiche".
II Consiglio della V° Circoscrizione pur avendo a loro disposizione solamente un mese per esaminare il progetto di P.R.G. trasmesso dalla Giunta Comunale, ha analizzato con scrupolo ogni singolo elaborato (quello possibile), giungendo caso unico tra le 19 Circoscrizioni ha formulare ben 25 osservazioni, come si legge nella pagina web del V° Municipio dedicata al nuovo P.R.G.; naturalmente sono passate solo le osservazioni di maggioranza, ricordo che personalmente dopo estenuante battaglia ("opposizione portò in aula circa 40 emendamenti, tutti bocciati, nei quali se ben ricordo alcuni facevano riferimento proprio a quelle scellerate scelte.
- non solo quella maggioranza non ebbe nulla da eccepire circa la
localizzazione a Tor Cervara capitanata dall'allora Presidente della
Commissione Assetto del territorio la quale nonostante "passionaria" del
verde, del decoro cittadino, dell'assoluta intoccabilità delle zone L2 - e N con
zelo degno di miglior causa, ha osservato che nella già citata tavola G3.6
manca la prevista zona per rottamatori a Tor Cervara...... in data 12/01/2001
la Giunta Comunale ha deliberato di accogliere le osservazioni al progetto di
P.R.G. pervenute dal Consiglio della V° Circoscrizione.
Alcuni dei proprietari espropriandi hanno esperito ricorso al TAR, il quale, in
attesa della sentenza di merito e ravvisando il cosi detto FUMUS BONI JURIS, ha emesso un'ordinanza cautelare di sospensiva, confermata in appello dal Consiglio di Stato.
- recentemente l'Assessore all'ambiente del Comune di Roma Dario Esposito,
reso edotto dall'avvocatura Comunale dell'ordinanza di sospensiva
dell'accordo di Programma di cui sopra, ha convocato una riunione (informale) delle autorità politiche e tecniche competenti, con a l'ordine del giorno la questione dei siti per autodemolitori.
- Nel corso di tale riunione pare che si sia deciso di reiterare in un prossimo
Consiglio Comunale il cambiamento di destinazione d'uso dei terreni
espropriandi la L2 (piccola industria e artigianato) e N ( parchi ed impianti
sportivi) a M6 SERVIZI PUBBLICI PER CENTRI DI AUTODEMOLIZIONE E
ROTTAMAZIONE : ( NUOVO P.R.G. ?).
Ricordo che nel febbraio 99 l'alierà Presidente della Circoscrizione Loredana
Mezzabotta, indisse presso il XII0 Dipartimento del Comune di Roma
un'assemblea dei proprietari frontisti di Via di Cervara; in quella sede ricordò ai presenti la necessità sociale di allargare la sezione stradale di Via di Cervara, che è di appena 6 metri, e, quindi, insufficiente al transito dei mezzi pubblici indispensabili ai cittadini per raggiungere il capolinea della metro B;
- sempre in quella sede fu chiesto ai frontisti di Via di cervara di cedere
gratuitamente al Comune una fascia di idonea larghezza del terreno di loro
proprietà prospicente la strada, in modo di consentire alla ITALFERR S.P.A.
(società di ingegneria del F.S.) di procedere allargamento della suddetta
strada;
- nel corso della medesima riunione la Presidente si guardò bene dall'informare i presenti che di lì a poco sarebbero stati espropriati allo scopo di costruire sui loro terreni un impianto di autodemolizione e rottamazione.
E' grave il fatto che siano state prese dalle autorità territoriali decisioni di impatto devastante per lo stato dell'ambiente naturale e sociale senza una preventiva informazione e consultazione, e tanto meno concertazione, con i residenti, utilizzando, forse non a caso, lo strumento "dell'accordo di programma, che, come noto, non presuppone un coinvolgimento attivo dei cittadini nelle decisioni, questa maggioranza che si autodefinisce progressista per eccellenza, partecipativa in ogni contesto, sempre pronta a mettersi in discussione e a discutere con i cittadini di tutto; in questa importante decisione non ha pensato assolutamente ad ascoltarli; gli ha solamente notificato a posteriori di decisioni ormai definitivamente prese nelle stanze del potere progressista.
Si noti che vengono espropriati cittadini di Tor Cervara e Casale Caletto per
assegnare poi le aree ad autodemolitori provenienti da altre zone municipali, in particolare da Pietralata, quartiere che. guarda caso, risulta inserito in un
Programma di recupero urbano, con tanto di "Contratto di Quartiere", spogliamo un altare per rivestirne un altro, mi è doveroso ricordare a questo Consiglio che il territorio del V° Municipio comprende non solo Pietralata, S.Basilio e Colli Aniene, ma anche Casale Caletto e Tor Cervara; bisogna impedire ad ogni costo, come atto di riscatto sociale di questo Consiglio Municipale che Tor Cervara diventi "LA DISCARICA" del V° Municipio.
Sulle pagine web del V° Municipio tuttora si legge che è intenzione di questa
Giunta di: recuperare le aree degradate tra cui Tor Cervara e Casale Caletto; di intervenire su di esse con specifici bandi pubblici in sinergia tra il pubblico e privato, di far fare alle aree interessate un notevole salto di qualità dal punto di vista culturale e socioeconomico, di rilanciare le attività artigianali e produttive, incrementare l'imprenditoria specialmente quella giovanile ecc......
- nulla si legge, guarda caso, del sito M6 "SFASCIACARROZZE" a Tor Cervara, anche il programma del Presidente Caradonna si impregna sul "riscatto della periferia romana" - valorizzazione del territorio - riqualificazione ambientale del territorio ecc......
- egregio Presidente, sono certo dei suoi buoni propositi, tali frasi, non siano
soltanto delle belle e vuote parole di stampo elettoralistico, gli riconosco
anche le buone intenzioni , ma non posso fare a meno di rilevare che spesso
fra il dire e il fare vi è di mezzo il mare, mi auguro che per Casale Caletto
questo non sia.
- Voglio farle notare che gli interventi infrastrutturali necessari alla zona
industriale di Tor cervara e volti al rilancio delle attività imprenditoriali sono
certamente ben diversi da un impianto di autodemolizione, che contribuirebbe
ad un ulteriore degrado, anche sociale della zona, con indubbio mancato
afflusso di nuovi investimenti privati ed altrettanto indubbio prosperare di
attività ai limiti della legalità; non si potrebbe escludere, nel periodo medio-
lungo, un trasferimento in massa, in altra zona di Roma delle attività produttive esistenti, già pesantemente penalizzate da una scarsa accessibilità viaria.
MOTIVI TECNICI DI INIDONEITÀ9 PER L'EDIFICABILITÀ' IN 167
NELL'AREA DI TOR CERVARA.
a) Tutta la zona di Tor Cervara è limitrofe a due importanti parchi del V°
Municipio, il parco della Caffarella e il parco dell'Anione e quindi tutta la zona
ricadrebbe sotto la tutela dell'ari 10 della Legge regionale 29/97;
b) Tutta la zona di Tor Cervara è vincolata dalle prescrizioni del vigente Piano
Territoriale Paesaggistico ambito 15/9, approvato dalla regione Lazio ai sensi
della Legge Reg. 24/98;
e) La cartografia e le norme del suddetto P.T.P. indicano una parte della zona di Tor Cervara, proprio adiacente all'area individuata per la 167, come vincolata dalla Soprintendenza Archeologica di Roma come ambito di tutela
archeologica L (abitato e necropoli di La Rustica);
d) Nella zona inopitatamente inserita come zona M6 di P.R.G. vi è un vincolo di inedificabilità assoluta cogente OPE LEGIS ( vegetazione naturale spontanea di cui all'ari. 28 delle norme del vigente P.T.P);
e) L'area di Tor Cervara prescelta è indicata nella cartografia del vigente Piano Territoriale Paesaggistico, come zona di tutela orientata;
f) La sezione stradale di Via di Cervara è assolutamente e palesemente
insufficiente ad assorbile un flusso costante giornaliero di decine di centinaia
di nuovi abitanti;
g) I terreni individuati come idonei per le costruzioni in 167 presentano una
marcata naturalità ( come si legge nelle norme del P.T.P. 15/9) ed infatti vi è
una vegetazione naturale spontanea tipica dell'agro romano, che è l'habitat di
una fauna particolarmente interessante dal punto di vista naturalistico
(la volpe, l'istrice, il fagiano, numerose specie di uccelli);
h) Una parte dei terreni individuati come idonei per le costruzioni in 167 sono
soggetti ad uso civico (pastorizia), che, come noto, costituisce vincolo
paesaggistico ai sensi della Legge 431/85 Galasso;
i) Una così imponente e massiccia costruzione comporta non solo un notevole problema di infrastrutture e servizi ma anche un non trascurabile
inquinamento acustico ed atmosferico dovuto al traffico veicolare futuro;
j) Le stesse aree individuate non sono altro che la golena del Fosso di Tor
Sapienza, con terreno alluvionale permeabile sede di falda acquifera a
bassissima profondità, in parecchi punti affiorante in superficie, trattandosi in
effetti di un ex lago prosciugato 60 anni fa; come può leggersi in qualunque
manuale di ingegneria ambientale, è assolutamente necessario che una
qualsivoglia costruzione sia localizzata su terreno impermeabile, perché in
caso contrario si avrebbe l'immediata infiltrazione di acqua ai piani terra;
inoltre la relazione geologica relativa a tali terreni ( con tanto di cartografia
tematica rinvenibile sul sito web del VI0 Dipartimento del Comune di Roma) li
classifica con penalità 5, ossia, terreni in cui è sconsigliato edificare;
k) La falda acquifera di cui sopra in alcuni punti è addirittura affiorante, vedasi
Fosso del Cervaro e un altro fosso minore, entrambi affluenti del fosso di Tor
Sapienza, è usata dalle famiglie residenti, con regolare autorizzazione
regionale per l'irragazione dei terreni agricoli, non che, per scopo potabile del
bestiame;
I) La carta geomorfologica del V° Municipio riporta chiaramente l'area
interessata dall'esproprio come soggetta nella sua parte meridionale
all'esondazione periodica del Fosso di Tor Sapienza e nella sua parte
settentrionale attraversata da una scarpata morfologica instabile con dislivello
medio di circa 20 metri;
m) II previsto e inaugurabile impianto abitativo avrebbe un impatto paesaggistico - visivo devastante in una area della zona industriale di Tor Cervara, che, come evidenziato al punto G, presenta ancora un marcato carattere di naturalità da conservare gelosamente.
Non è bastato a questa Amministrazione il disastro creato con la costruzione del Piano di Zona Casale Caletto, oggi specchio del maggior degrado su questo territorio, ancora insiste e persiste in scellerate scelte a danno dell'ambiente circostante e degli stessi cittadini, si vuole aggiungere un'altra sciagura, il posizionare in queste aree zone di edificabilità in 167, edilizia economica e popolare, veramente mi sembra eccessivo, e se poi il male dovesse sopraffarci consiglio almeno a questi arguti amministratori di ridurre notevolmente le aree e le cubature prospettate.
NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE:
in un discorso a parte deve essere affrontato con molta meticolosità il corposo volume del quale mi accingo a fare delle specifiche valutazioni ed annotazioni.
Art. 6: classificazione delle destinazioni d'uso e relativo carico urbanistico: al comma 2 è chiaro che non si considera un cambio di destinazione d'uso se questo è inferiore al 25% della superficie utile lorda, è come affermare che in una abitazione di 100 mq, si possa tranquillamente destinare 24 mq ad altra destinazione d'uso quale commerciale, servizio, produttività, turistico ricettivo; di conseguenza si può affermare che avendo un capannone ad uso commerciale di 1000 mq, 250 di questi li posso trasformare in abitazione o altro, senza chiedere autorizzazioni a nessuno, in breve tempo non sapremo neppure cosa abbiamo sul territorio di modificato.
Con questa norma può esserci il rischio, come a suo tempo avevo previsto, rispetto ai cambi di destinazione d'uso dei box acquistati con i PUP, che da garage si trasformavano in attività commerciali o di produzione, per questo non la ritengo una valida proposta, anzi questa mi preoccupa molto tanto da ritenerla dannosa se si vuole creare un po di ordine in questa materia.
Art. 8: standard urbanistici per gli interventi urbanistici e edili: il comma 1 stabilisce che per gli interventi a destinazione abitativa è stabilita una dotazione minima per servizi, verde e parcheggi pari a 22 mq per abitante; fatto salvo quanto stabilito all'ari 7 in merito alla dotazione di parcheggi pubblici stabiliti per le attività commerciali, la dotazione minima complessiva dei 22 mq si divide in 6.5 mq per i servizi pubblici, 11,5 mq per il verde, rimarrebbero 4 mq per il parcheggio di ogni abitazione.
Se si considera che una famiglia media è composta da 3 persone, se maggiorenni, posseggono di certo almeno due automobili, vorrei capire come questi possano utilizzare i 4 mq rimanenti per il parcheggio delle proprie vetture.
Dunque i parcheggi privati resteranno ancora a carico della cittadinanza attraverso il parcheggio selvaggio lungo le strade di quartiere, forse in doppia fila.
Ritengo di dover suggerire almeno il doppio della metratura, sacrificandola magari a quel verde che nessuno o pochi vorranno tenerlo pulito o manutentarlo, trovando almeno un riparo sicuro delle proprie vetture e delle strade più libere da auto parcheggiate.
Art. 15: modalità di formazione e attuazione degli interventi indiretti: trovo non casuale che anche negli art. precedenti 11/12/13/14, come pure in questo, di notevole rilevanza non si parli mai di Municipio ma sempre di Comune di Roma.
Di certo le materie trattate in questi articoli sono specificatamente territoriali, ciò mi fa pensare che volutamente non si vuole considerare il Municipio come Entità Locale in via di formazione reale ma solamente come una cosa ancora astratta.
E' invece interessante è sicuramente da modificare negli articoli citati con l'aggiunta della parola "Municipio"; il comma 12 di questo articolo, anche se prendendo la discussione alla larga, comincia a ragionare concretamente sulla gestione del verde pubblico, è necessario stabilire fin d'ora e per svariati motivi, aggiungo io, quali "fattibilità" dello strumento ad un possibile e necessario "rinnovo" che può essere concesso al soggetto attuare degli interventi garantendogli anche una prosecuzione del suo operato.
Art. 16: necessita a mio avviso aggiungere al comma 4 dopo le parole " è presentato al Comune" " e al Municipio di competenza.
Come pure al comma 8 dello stesso art. 16 che fa riferimento allo schema di assetto preliminare, dopo le parole " è approvato dalla Giunta Comunale" aggiungere, "sentito il parere vincolante della Giunta Municipale.
Di conseguenza anche al comma 9, necessita aggiungere dopo le parole " al comma 4 "sentito il parere del Consiglio Municipale.
Questo è per tentare di affermare più che mai la necessità che provvedimenti, iniziative e proposte non calino dall'alto, ma siano d'ora in avanti oggetto di confronto partecipativo degli amministratori Locali.
Art. 20: definizione, obiettivi e componenti della città storica: mi sembra eccessivo che per quanto gli interventi all'estemo della città storica, per quanto attiene la ristrutturazione edilizia e le nuove costruzioni per il concorso alla formazione di Piani di recupero o di progetti relativi agli interventi privati (R/E-N/C), il Comune abbia la facoltà di stabilire il ricorso a concorsi di idee o di progettazione senza il vincolo delle procedure e delle formalità stabilite dal Regolamento dei Lavori Pubblici.
Art. 21: Tessuti della città storica, norme generali; è una mia impressione, vorrei sbagliarmi, ma credo che tutto possa compiersi.
Art. 54: Ambiti di trasformazione prevalentemente residenziali; se le cifre lette non mentono, è prevista nell'area di Tor Cervara 30.188 mq di superficie lorda edificabile in 167, pari a m3 90.564 , quindi circa 755 appartamenti medio-piccoli pari a circa 2.264 nuovi residenti in quella zona ( il Piano delle Certezze ali'art. 14, nelle norme tecniche di attuazione del PRG parlava di 19.096 m3, quindi cubatura ben 4 volte maggiore).
Inoltre altri 5.625 mq sembre in Tor Cervara per 16.875 m3 di costruzione, quindi altri 500 cittadini nuovi residenti totale 2.765.
In un luogo dove le strade possono ancora considerarsi di campagna, con un unico sbocco viario in via Tiburtina all'incrocio di Via del Casale di S.Basilio si vuole far defluire anche la Complanare proveniente da nord, tutto il traffico industriale prevedibile, l'affluenza dei nuovi residenti calcolabili in 2.685 persone che risiederanno nei futuri complessi in 167.
Necessita sicuramente un ripensamento:
a) alla cubatura eccessivamente sproporzionata per l'infelice luogo prescelto
diminuendo almeno del 50% ;
b) occorre trovare ( e ci sono ) soluzioni affinchè la complanare vada a terminare sulla Palmiro Togliatti, dando quindi uno sbocco sufficientemente realistico che dia un senso logico all'operazione;
e) occorre ampliare la Via Tor Cervara per fame una via di comunicazione e
smaltimento di traffico in entrata capace di assorbire correttamente questo;
d) occorre sottopassare Via di Tor Cervara alla Tiburtina all'altezza dell'incrocio con Via del Casale di S.Basilio, per non soffocare la stessa valutandone nel contesto l'adeguamento di questa.
Art. 60 centralità metropolitane e urbane; queste si dividono a "pianificazione
definita" (Pietralata) e per quanto ci riguarda Ponte Mammolo, Collatina Togliatti vengono classificate "centralità da pianificare", quindi con diritti edificatori della proprietà e diritti edificatori a disposizione del Comune da utilizzare o assegnare a terzi per il conseguimento finale di interesse pubblico generale (compensazioni).
In una superficie di 254.722 mq. di cui 53.970 privati, 53.603 pubblici, quindi un totale di 107.573 di superficie utile lorda, il Comune cede il 49,8% per farsi fare dei servizi, non comprendo a cosa servano i 3000 mq. non concessi ( per fame la solita discarica di quartiere ?).
Quindi si costruiranno 107.573 mq. con il 20% a destinazione abitativa, il 60% a commerciale servizi turistico-ricettivo e il 20% flessibile ?.
Se si identifica in "appendice 2", nelle schede delle centralità metropolitane urbane negli stessi allegati delle norme tecniche di attuazione i 107.573 mq. Si trasformerebbero in 322.000 m3 di costruzioni che si andrebbero a collocare nella zona prescelta a ridosso dello svincolo Roma-L'Aquila per raggiungere la Palmiro Togliatti (al fungo), sono certo che meglio si possa fare rispetto a questa centralità in merito alla conservazione di una fascia di verde di salvaguardia della stessa viabilità esistente, non sarebbe più opportuno preservare, quindi concentrare le costruzioni anziché costruire a macchia di giaguaro ? lasciando per altro spazi e spazietti alla mercé della futura spazzatura ?.
La centralità di Ponte Mammolo interessa tutta l'area limitrofe alla stazione della metropolitana, adibita per altro al 100% per servizi di direzionalità pubblica.
La cosa che maggiormente mi preoccupa di questa centralità è la troppa vicinanza con il fiume Aniene, esondazioni, rispetto delle distanze e quanto altro, nell'ambito del progetto stesso necessità ricordare di provvedere ad una più consona sistemazione dell'area a parcheggio della stessa stazione metropolitana da farsi a piani da farsi con maggiori misure di sicurezza per i cittadini, attrezzandola con attraversamenti pedonali in galleria per i pedoni:
a) alla cubatura eccessivamente sproporzionata per l'infelice luogo prescelto
diminuendo almeno del 50% ;
b) occorre trovare ( e ci sono ) soluzioni a fin che la complanare vada a terminare sulla Palmiro Togliatti, dando quindi uno sbocco sufficientemente realistico che dia un senso logico all'operazione;
e) occorre ampliare la Via Tor Cervara per fame una via di comunicazione e
smaltimento di traffico in entrata capace di assorbire correttamente questo;
d) occorre sottopassare Via di Tor Cervara alla Tiburtina all'altezza dell'incrocio con Via del Casale di S.Basilio, per non soffocare la stessa valutandone nel contesto l'adeguamento di questa.
Art. 60 centralità metropolitane e urbane; queste si dividono a "pianificazione
definita" (Pietralata) e per quanto ci riguarda Ponte Mammolo, Collatina Togliatti vengono classificate "centralità da pianificare", quindi con diritti edificatori della proprietà e diritti edificatori a disposizione del Comune da utilizzare o assegnare a terzi per il conseguimento finale di interesse pubblico generale (compensazioni).
In una superficie di 254.722 mq. di cui 53.970 privati, 53.603 pubblici, quindi un totale di 107.573 di superficie utile lorda, il Comune cede il 49,8% per farsi fare dei servizi, non comprendo a cosa servano i 3000 mq. non concessi ( per fame la solita discarica di quartiere ?).
Quindi si costruiranno 107.573 mq. con il 20% a destinazione abitativa, il 60% a commerciale servizi turistico-ricettivo e il 20% flessibile ?.
Se si identifica in "appendice 2", nelle schede delle centralità metropolitane urbane negli stessi allegati delle norme tecniche di attuazione i 107.573 mq. Si trasformerebbero in 322.000 m3 di costruzioni che si andrebbero a collocare nella zona prescelta a ridosso dello svincolo Roma-L'Aquila per raggiungere la Palmiro Togliatti (al fungo), sono certo che meglio si possa fare rispetto a questa centralità in merito alla conservazione di una fascia di verde di salvaguardia della stessa viabilità esistente, non sarebbe più opportuno preservare, quindi concentrare le costruzioni anziché costruire a macchia di giaguaro ? lasciando per altro spazi e spazietti alla mercé della futura spazzatura ?.
La centralità di Ponte Mammolo interessa tutta l'area limitrofe alla stazione della metropolitana, adibita per altro al 100% per servizi di direzionalità pubblica.
La cosa che maggiormente mi preoccupa di questa centralità è la troppa vicinanza con il fiume Aniene, esondazioni, rispetto delle distanze e quanto altro, nell'ambito del progetto stesso necessità ricordare di provvedere ad una più consona sistemazione dell'area a parcheggio della stessa stazione metropolitana da farsi a piani da farsi con maggiori misure di sicurezza per i cittadini, attrezzandola con attraversamenti pedonali in galleria per i pedoni.
CENTRALITÀ' LOCALI:
Quelle proposte nel PRG nel nostro Municipio sono Pietralata, S.Basilio, Casal Monastero, Casal Bruciato; nulla da eccepire se queste aree mantengano le priorità definite (art. 61 delle norme tecniche di attuazione); questo per dire che il dubbio permane finché il Municipio non porterà la discussione in sede pubblica, mantenendo gli indirizzi del PRG; è di recente tutta la situazione venutasi a creare attraverso il completamento del Piano di Zona di Casal Monastero.
Questo contraddice enormemente quanto sancisce l'art. 61 sulle centralità locali, delle due una, o qualcuno (bara) rispetto agli elaborati o qualcuno si ritiene (volpe) riconoscendo ai più attenti l'incapacità di ragionare con il proprio pensiero sulle carte presentate.
Stesso dicasi per la centralità di Casal Bruciato la quale si inserisce in larga parte all'interno della città storica T8 2 "espansione novecentesca a impianto moderno e unitario" e si contraddice enormemente con le probabili e possibili sistemazioni dettate dall'alt. 39 delle N.T.
Art. 63 - COMPONENTI DEL SISTEMA AMBIENTALE:
Letti gli articoli 63/64/65 sulle componenti del sistema, le aree protette nazionali e regionali, il reticolo idrografico, mi chiedo, e vi chiedo, cosa significhi e a che titolo, con quale giustificazione questa Amministrazione procede all'intemo dell'area del Parco protetto dell'Amene a macchia di leopardo senza il rispetto di nessuna norma citata dai predetti articoli all'utilizzo delle sponde del fiume, rappresentando una ampia fascia, e dico ampia che da Pietralata raggiunge Colli aniene per attività di verde pubblico e servizi. A cosa serve ? a chi serve ? .
Io credo di saperlo, ma aspetto che me lo diciate voi per non farvi perdere la
"paternità":
1) servono spazi nei pressi dell' area del casale occupato da Rifondazione ?;
2) servono spazi a disposizione della comunità Diessina di Colli Aniene per futuribile feste dell'Unità ?.
Mi sembra veramente eccessivo, se le regole valgono per tutti, vi invito a lasciare intatto il territorio del parco dell'Amene senza strozzarlo in quel punto, ristabilente delle norme etiche e salutari dal punto di vista ambientale; o a tutti o a nessuno, non si possono fare delle norme utili solo a qualcuno.
Non si possono utilizzare 50 metri lineari del Parco di Aguzzano per il
congiungimento di Via Leibniz ma si possono utilizzare 80.000 metri del parco dell'Aniene interrompendo lo stesso a quell'altezza.
Già Io scempio è stato attuato quando avete permesso gli insediamenti abitativi lungo Via Shopenhauer - Via Galbani, non permettendo così il congiungimento del parco dell'Aniene con quello di Aguzzano, vi invito a fare tesoro della Legge 29/97 e della 431/85.
Art. 68 - Agro Romano; in questo contesto, partendo dalla definizione e proseguendo con gli art. 69/70/71/72/73/74 non comprendo la scellerata scelta, in pieno ambito dell'agro Romano (aree agricole, aree agricole con valenza ambientale) del posizionamento di 14 ettari e oltre all'interno di questo da utilizzare per infrastrutture tecnologiche (vedi art. 95), qualcuno ha mangiato una parte della vostra materia grigia cerebrale per che voi possiate proporre simili scempi.
EMENDAMENTI:
CASAL BERTONE, PORTONACCIO, S.ROMANO:
1 ) * l'adeguamento di Via degli Orti di Malabarba, dall'odierno tratto fino a Via di Gasal Bertone; EVITANDONE L'USO Al MEZZI PESANTI.
3) * CONGIUNGIMENTO DI VIA GIOVANNETTI CON VIA GALLA PLACIDIA:
4) SMANTELLAMENTO DELL'AREA DEL DEPOSITO ATAC DA VIA
PORTONACCIO.
5) * localizzazione e riassetto del Mercato rionale in Casal Bertone,
adeguandone la viabilità e adeguati parcheggi.
6) * apertura dello svincolo nei pressi dello svincolo A 24 della tangenziale Est per immettersi nel quartiere Casal Bertone.
COLLI ANIENE :
1) * stralciare la proposta di cambio di destinazione d'uso da riserva del Parco dell'Aniene a Verde Pubblico attrezzato dell'area tra Via Palmiro Togliatti a Via A. Compagna.
2) * UNIFICARE LA CENTRALITÀ' DI PONTE MAMMOLO in un unico sito
(marmista).
PIETRALATA, MONTI DEL PECORARO VIGNA MANGANI, COLLINA
LANCIANI, CASALE ROCCHI:
1) * classificare il BORGO VIGNA MANGANI in " CITTA' STORICA T8"
2) * classificare il Borgo CASALE ROCCHI in " CITTA' STORICA T8"
3) * cancellare: si richiede lo stralcio dell'attuale campo sportivo del
quartiere...........
4) * cancellare: della strada di Via casale Rocchi..........
PONTE MAMMOLO, CASALE DE' PAZZI, PODERE ROSA:
1) * si chiede l'adeguamento di via F.Cicogna, al doppio senso di marcia e
relativo innesto sulla Via Tiburtina, CON IL CONSEGUENTE RONDO' DA
PREDISPORRE IN VIA GALBANI VIA PALOMBINI PER IL DEFLUSSO
AUTOMOBILISTICO VERSO MONTE SACRO, con verifica dei progetti
eseguiti dalla STA.
2) * Stralciare: cancellazione della strada in fondo a Via del Podere Rosa
(allacciamento Via Leibniz).
3) * Stralciare la proposta di utilizzo di cospicua parte del Parco naturale dell'Aniene ad area per servizi pubblici e verde nei pressi della centralità di
Ponte mammolo.
4) * CANCELLAZIONE DELLA CENTRALITÀ' DI PONTE MAMMOLO
S.BASILIO, CASALE TIDEI. TORRACCIA, CASAL MONASTERO:
1) * aggiungere COLLEGAMENTO DI VIA BARTOLO LONGO CON VIA DEL
CASALE DI S.BASILIO.
2) * aggiungere APERTURA DELLA STRADA VIA MAIETTI AL PUBBLICO
TRAFFICO.
3) La previsione di un rondò sulla Nomentana bis per dare l'accesso in entrata e in uscita da Via Dante da Maiano COLLOCANDOLO A 500 METRI
DALLA STESSA PER MOTIVI DI VISIBILITÀ' E SICUREZZA.
4) * CANCELLARE GLI "AMBITI DI RISERVA PROPOSTI NELL'AREA A
NORD DI CASAL MONASTERO.
5) * RIDIMENZIONAMENTO DELL'AREA A SERVIZI PROPOSTA A NORD EST DI CASAL MONATERO.
6) * PROPOSTA DI UTILIZZO DELLA DISMESSA CENTRALE DEL LATTE
AD AREA PER SERVIZI DI QUARTIERE.
7) * collegamento di Via E.B.Gianni - Via del Casale di S. Basilio aggiungere:
utilizzabile dai soli mezzi pubblici e di soccorso,
8) * predisposizione di un sottopasso stradale e pedonale della Via Tiburtina
della Via di Tor Cervara a proseguimento e deflusso della complanare
preposta.
TOR CERVARA, CASALE CALETTO, SETTECAMINI, CASE ROSSE,
AREA INDUSTRIALE :
1) * adeguamento di Via di Tor Cervara in quanto è ritenuta una strada
strategica per il collegamento tra via Tiburtina, la nuova viabilità del
PRUSST e LA REALIZZAZIONE DELLA connessione con la A 24 CON
UNO SVINCOLO IN ENTRATA E USCITA DELLA STESSA.
2) * RIDIMENZIONAMENTO DEL 50% DELLE AREE PROPOSTE IN
LEGGE 167 PER EDILIZIA PUBBLICA SITUATE IN ZONA CASALE
CALETTO.
3) * predisposizione e prolungamento del Parco Naturale dell'anione come
area di Ambito di Valorizzazione Paesistica Naturale e Storico
Archeologico, attraverso la perimetrazione già avvenuta in ambito
Comunale.
4) * modificare in Aree a servizi ed attività produttive, come da Convenzione
Urbanistica Rep.56468 racc. 10151 del 27/12/2000 del Comune di Roma
le aree individuate a verde pubblico nella planimetria del PRG Sistemi e
Regole 3/12 (Polo Tecnologico).
5) * predisporre in area di Casale Caletto nei pressi del complesso edilizio
esistente IACP Via Cervara una area a servizi di quartiere ( scuolamaterna-elementare, nido, poliambulatorio sanitario, posto di polizia).
6) * predisporre in Area Parco Tecnologico, in linea con la Via Tiburtina ad
area a parcheggio a servizio degli stessi comprensori edificandi nello
stesso Polo Tecnologico.
Mario Remoli
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