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Dettaglio documento pubblicato n. 282
 
Foto non disponibile
Data: 14/02/2000
Destinatario: Presidente e Consiglio della V° Circoscrizione
Descrizione: Nuovo Piano regolatore del Comune di Roma (Rutelli)
   
Dettaglio:
PRG. Detto ciò, non si può rimandare al mittente una proposta sul nuovo piano regolatore di Roma, che significa il futuro di questa città, senza evidenziarne alcuni aspetti, se si pensa che il futuro si risolverà nella possibilità di ridurre per buona parte del territorio azzerandolo con una ruspa ricominciando da capo ad effettuare un vero e proprio scempio in alcune zone cittadine veramente consolidate. Comunque cerchiamo almeno di fare il meno danno possibile, visto che di danno tratta questa proposta. Quando si parla nelle norme tecniche di attuazione di città consolidata, sembrerebbe che essa ricopra quella parte della città esistente, stabilmente configurata e definita nelle sue caratteristiche strutturali e sociali, che è poi la definizione che viene data al comma 1 dell’art. 46 delle stesse norme tecniche di attuazione. Poi, leggendo con attenzione il documento si evince che nella città consolidata si può fare di tutto: · qualificazione degli spazi pubblici; · la cura degli edifici di qualità architettonica; · il miglioramento delle prestazioni edilizie e funzionali del patrimonio esistente; · la presenza equilibrata di attività tra loro compatibili. Seguendo poi la lettura del documento si evidenzia come per incanto che al punto 4 dell’art. 47 si legge testualmente:” nei tessuti della città consolidata sono sempre consentite, salvo ulteriori limitazioni fissate dalla specifica disciplina di tessuto (a secondo chi le richiede) le seguenti destinazioni: · abitativa; · terziarie; · alberghiere e congressuali. Da profano in materia rifletto ad alta voce e dico: nei tessuti della città consolidata si può fare di tutto, quale differenza esiste fra la città consolidata (che esprimerebbe qualcosa di stabile da anni di consolidamento strutturale e sociale) con la città da ristrutturare ampiamente illustrata al punto 4 dell’art. 50. Qualcuno in questa aula me lo spieghi, gliene sarò grato. Andando nello specifico e leggendo con attenzione la bozza di lavoro proposta dalle colleghe Ortis e de Giusti, alle quali va comunque riconosciuto da me personalmente e da questo consiglio, un riconoscimento per il lavoro svolto nell’ambito delle problematiche inerenti il P.R.G., ma è doveroso sottolineare alcuni accorgimenti da me non totalmente condivisi. 1. Al punto 5 della bozza di lavoro del nuovo P.R.G., quando si parla di Ponte Mammolo, Rebibbia, Casal dei Pazzi, si auspica la cancellazione della strada, nell’area interna al perimetro del parco di Aguzzano, in fondo a via del Podere Rosa; mi risulta difficile giustificare la cancellazione in oggetto in quanto ritengo indispensabile e fondamentale per i molti cittadini residenti in quella zona il collegamento tra via Leibniz e via Tino Buazzelli che non lede per altro, in alcun modo, se non per una striscia di trenta metri larga cinque, “il sacro Parco di Aguzzano”. Tale progetto impedisce peraltro una migliore viabilità, sia interna che sulla via Nomentana. (emendamento) 2. Lodevole ritengo essere invece, il segnare il prolungamento di via Bartolo Longo inferiore, che dallo spigolo del penitenziario femminile, costeggiando il perimetro esterno dello stesso sacro Parco di Aguzzano, arriva a via del Casale di S. Basilio. Non comprendo allora il ragionamento che lo differenzia dal segnalare il prolungamento di Via del Podere Rosa, quale abissale differenza esiste per via del Podere Rosa e Via Bartolo Longo, visto che ambedue le risoluzioni lambiscono lo stesso sacro parco, ci sono cittadini di serie A e B ?; solo questo potrebbe giustificare le differenziazioni.(emendamento) 3. Altro problema di non scarsa rilevanza è la necessità di aprire, dopo l’unione di S.Basilio con Via Bartolo Longo il transito ai veicoli provenienti da S.Basilio di un tratto di Via Raffaele Majetti in direzione Metro Rebibbia, altrimenti quale senso avrebbe il ricongiungimento di questa strada se non è seguito da un fisiologico deflusso del transito veicolare verso la metro. A meno che non si sia pensato di ingolfare ancora di più traffico, smog. e quant’altro la zona terminale di Via Casal de Pazzi la quale si troverebbe a sopportare una ennesima scarica di condensato di mono ossido di carbonio, (emendamento) Al punto 6 della proposta formulata ci si imbatte con la previsione del prolungamento di Via E.B.Gianni con Via del Casale di S.Basilio. Di questa proposta dovete consentirmi di fare due tipi di analisi: - una di carattere ambientale - due di carattere di sicurezza Per quanto il primo, premesso che Via E.B.Gianni ricade nella zona dove il sottoscritto abita, e questo credetemi se potete, è solo un fatto marginale della cosa; quello che ritengo essere la principale necessità per non operare tale scempio è che questo piccolo quartiere, denominato “Pratolungo” può oggi definirsi per molti suoi aspetti un gioiello della V Circoscrizione, sicuramente da imitare, per la manutenzione del verde pubblico, la pulizia stradale, l’ordine e l’armonia che con grandi sacrifici i cittadini residenti la zona da anni curano personalmente con il fattivo contributo degli Uffici Comunali competenti in materia; una vera e proprio oasi di verde e tranquillità, un punto di incontro e di socializzazione dopo il lavoro per i residenti, una nuova comunità ridotta a rinchiudersi dentro casa perché privata del loro naturale spazio per le relazioni, lo stare insieme, il reciproco conoscersi e frequentarsi; il tutto rotto soltanto negli ultimi tempi con l’arrivo della prostituzione di Via Tiburtina ed alcune aggressioni e furti negli appartamenti, oggi per fortuna questi fenomeni sono sensibilmente diminuiti grazie all’impegno e intervento degli Uffici competenti, sensibili a queste problematiche. Il segnare e prevedere in questo documento il prolungamento di Via E.B.Gianni con Via di S. Basilio significherebbe stravolgere la tranquillità del quartiere, significherebbe annullare gli sforzi di tanti anni di lavoro di molti cittadini, significherebbe tornare in dietro trasformando il quartiere in un altro dormitorio pubblico perché la si fatta strada taglierebbe in due il quartiere, da una parte le abitazioni dall’altra il piccolo parco non più fruibile da alcuno. - Il secondo problema è la sicurezza, se si considera che la scuola materno elementare di Pratolungo ospita oggi a pieno regime 7 classi di scuola elementare e 6 classi di scuola materna, quindi circa 300 bambini che quotidianamente affollano la strada antistante per l’arrivo e per il ritorno a casa con macchine, pulman, moto e quant’altro; che già con la strada chiusa già esistono dei problemi di pericolo dovuto al caotico andirivieni dei genitori, dei pulman che arrivano da altre zone della circoscrizione ci si può immaginare con l’apertura di una strada a scorrimento veloce (perché di questo dovrebbe trattarsi) cosa possa diventare Via E.B.Gianni. L’alleggerimento del traffico sul semaforo tra Via del Casale di S.Basilio e Via Tiburtina non giustifica tale sacrilegio, anche perché oggi bene o male lo smog cittadino viene assorbito attraverso i campi sportivi e gli alberi che producono una barriera naturale antirumore e di inferiore inquinamento acustico-atmosferico dell’intera zona Pratolungo, domani il tutto verrà inesorabilmente spostato sotto le abitazioni private dei cittadini con il grande rischio di incidenti automobilistici in ogni ora del giorno e della notte e la conseguente invivibilità dell’intera zona. – se poi si considera la vicinanza del Penitenziario di Rebibbia che oggi considera tetto spazio sicuro perché senza via di uscita, con l’apertura di una strada così limitrofe dovrà inequivocabilmente organizzare una maggiore sorveglianza dell’intera area in quanto risulterebbe una ennesima potenzialità di pericolo di fuga. Non voglio per questo essere insensibile alla reale necessità di smaltire il più possibile il flusso veicolare, oggi purtroppo molto compromesso dalle scelte sbagliate del passato; se si considera la possibilità sopra enunciate 1- collegamento su Via Lebniz e Via Bartolo Longo con Via di S.Basilio, 2 - l’ apertura di una parte di Via Raffaele Majetti con il deflusso verso la Via Tiburtina potrebbero già di per sé alleggerire notevolmente il traffico verso l’incrocio tra Via del Casale di S.Basilio e Via Tiburtina e quindi svolgere una azione fluidificante del traffico tutto senza operare altre aperture e congiungimenti stradali risultanti a quel punto inutili e di solo disturbo. Certo che uno sbocco stradale di Via E.B.Gianni con Via del Casale di S.Basilio potrebbe risultare anche utile alla cittadinanza locale, se non altro per creare la possibilità di congiungimento dei due quartieri limitrofi, l’utilità di raggiungere la farmacia, il mercato, la stazione dei carabinieri e quanto altro ed a questo potrebbe risolvere un passaggio pedonale, una pista ciclabile che consentirebbe anche il raggiungimento della stazione della metro Rebibbia, perché con ciò non si andrebbe a sconvolgere totalmente la vita dell’attuale quartiere di Pratolungo, ma si incentiverebbe l’utilizzo delle attività commerciali limitrofe, a questo non sono assolutamente contrario, di certo si potrebbe trovare una soluzione appropriata e utile per la cittadinanza senza bisogno di stravolgere quanto ad oggi si è positivamente costruito. 4 – Per L’ attestamento della metro B a Casal Monastero condivido quanto enunciato nella bozza, ritengo che gli spazi preposti sono limitati e quindi necessitano di un più approfondito esame, che mi vedrebbe positivamente d’accordo con un terminal tra il GRA – Via S-Alessandro – Via Belmonte. Al punto 7 della bozza non condivido pienamente l’attestamento presso Casale Caletto - A 24 e Via di Cervara una zona di rottamatori; megli di me conoscete cosa accade abitudinalmente nelle aree per rottamatori, arriverà presto un pò di “TUTTO”, e non ritengo giustificato il posizionamento proprio nei pressi del piccolo quartiere che a fatica sta cercando di avere la sua vivibilità e decoro. I rottamatori, al di la dei vostri accordi di maggioranza, ritengo debbano essere posizionati al di fuori del GRA, così come mi sembra citi la Legge in materia, altrimenti perché non nell’area dell’altro sacro parco dell’Aniene nei pressi di Via della Tenuta del Cavaliere. Necessita invece in quella specifica zona segnare un congiungimento della Via Montano con uno sbocco sulla Roma L’Aquila per far defluire il transito dei camion pesanti e delle vetture che provengono dalla Via Tiburtina. Segnalare inoltre una zona per il culto ancora più vicina da quella segnata sulla mappa nei pressi del quartiere di Casale Caletto oggi ritenuta alquanto decentrata. Il segnare area di collegamento a maglia in area industriale tra Via di Salone e Via S.Pietro Romano mi trova pienamente d’accordo anche se non sufficientemente risolvibile per il traffico in zona se a questo non si evidenzia un allacciamento della stessa Via di Salone con il raccordo Roma- L’Aquila, facendo di seguito inoltre un collegamento che da Via Monte Flavio – Via Corciano si colleghi con Via S.Gianni; il tutto renderebbe una fluidità di traffico molto più consistente evitando così il riflusso di tutto il quadrante con Via Tiburtina. L’altro utilissimo collegamento interno mi permesso suggerire è quello, nel versante di Tor Cervara, fra Via dei Laghi sportivi e Via Bona, lambendo Via del Casale Cavallai con il proseguimento fino ad una entrata e uscita sulla A 24 Roma-L’Aquila. Improbabile e di difficile attuazione il suggerimento di segnare una strada di collegamento, che rientri nella piccola maglia viaria, tra Settecamini e Via di S.Alessandro: 1 – per la presenza in quella specifica zona di importanti reperti archeologici ( il fontanile di Casale Bonanni, un pezzo della antica Via Tiburtina, ed una Villa Romana. 2 – se questa poi non è seguita da un’altra segnata che da Via Marcellina collega Via di Torre Rigata, mi sembra che lo sforzo non abbia dei concreti risultati.(emendamento) Altro collegamento importante da effettuare a mio modesto avviso è quello che nella zona Colli Aniene, precisamente Via degli Alberini dalla parte del parco ACEA, lambendo il fosso di Tor Sapienza deve raggiungere Via Com’asta, che a sua volta si congiunge con Via di Tor Cervara, strada inevitabilmente da raddoppiare. Per quanto le Norme Tecniche di Attuazione in merito alla città da ristrutturare una attenta valutazione và posta all’area che da Via Lanciano (Ponte Mammolo) sul lato dx della Tiburtina arriva fino all’altezza di Via R.Majetti. Questa nella pianta del N.P.R.G. è considerare città da ristrutturare prevalentemente per attività. Credo ci sia un errore calcolato ed alquanto subdolo se qualcuno voglia considerare detta area così come evidenziata sulla cartina, il mio modesto conoscere la zona interessata non lascia dubbi sulla sua definizione reale, cioè “città storica”. L’ex Gerini, Parrocchia ed annessi è stata fin dagli anni 30/50 un punto fermo di tutta l’area Tiburtina oltre il fiume Aniene, è stata fino a pochi giorni fa un riferimento naturale di tutto il comprensorio Ponte Mammolo – Casal de Pazzi – Rebibbia, oggi per far piacere a qualcuno questa area viene enunciata come città da ristrutturare e non piuttosto come area di “centro storico in collegamento con il comprensorio di Ponte Mammolo INA casa, giustamente definito storico. Mi sorge un dubbio ed una amletica domanda viene spontaneo chiederci: “città da ristrutturare è definita una ampia parte di territorio di questa circoscrizione, che costeggiando ampiamente la via Tiburtina in ambo i lati parte da Via Lanciano (Ponte Mammolo INA Casa) ed arriva a ridosso di Settecamini e Case Rosse, come mai non è stata considerata “città consolidata” quel territorio che da Via Lanciano arriva a lambire il penitenziario di Rebibbia sul lato destro della Via Tiburtina, che risulta essere di proprietà della Fondazione Salesiana Teresa Gerini. Credo rimanga difficile non doverla considerare “città consolidata”, quella parte del territorio circoscrizionale che dagli anni 30/40 ha caratterizzato l’intera zona di Ponte Mammolo INA casa e Rebibbia. Caso ha voluto che la mancanza di vocazioni sacerdotali sia coinciso con la presentazione del Nuovo Piano Regolatore di Roma, che guarda caso annovera quella area non come “città consolidata”, ma addirittura come “città da ristrutturare”prevalentemente per attività, alla faccia della carità cristiana. Di gran corsa gli arguti Padri Salesiani non hanno perso tempo nello sbattere in faccia la porta alle centinaia di famiglie che in quella sede avevano trovato un punto di incontro e socializzazione, agli anziani che fra una Messa e l’altra riuscivano a stare in compagnia, ai giovani che trascorrevano alcune ore nell’oratorio al riparo delle brutalità della strada, ad una Comunità realmente consolidata; alla faccia ancora della solidarietà cristiana. Non mi venite a dire che questa amministrazione progressista Romana e Circoscrizionale non sapeva fareste ancor più brutta figura, ringrazio invece quella parte politica che tanto vicina si definisce alla Curia Romana e che non ha mosso un dito in quella drammatica situazione vissuta questa estate, lo dice nelle parole ma non nei fatti tanto da essere appellati “catto-comunisti”, in quella sede sicuramente mi sono stati più vicini i comunisti mangia-preti e devo per questo ringraziare qualcuno almeno per la solidarietà espressa che i rappresentanti del PPI, paladini della Chiesa di Roma. Non mi dilungo oltre sull’argomento ci si potrebbe fare una telenovelas da 750 puntate, ma di certo avrete ben osservato quali potrebbero essere le aspettative di quella parte del piano regolatore che parla della “città da ristrutturare”, art. 50 delle norme tecniche di attuazione. · l’incremento della dotazione dei servizi; · il miglioramento e integrazione delle accessibilità e della mobilità; · la caratterizzazione degli spazi pubblici; · la qualificazione dell’edilizia. Naturalmente nei tessuti della “città da ristrutturare” che si dividono in “tessuti prevalentemente residenziali” e “tessuti prevalentemente per attività”, sono ammesse con intervento diretto ( e qualcuno dovrà spiegarmelo): · la manutenzione ordinaria; · opere interne alle singole unità mobiliari; · manutenzione straordinaria; · restauro e risanamento conservativo; · ristrutturazione edilizia di tipo RE 3 fino al raggiungimento dell’indice massimo di edificabilità EF · la demolizione e ricostruzione di singolo edificio DR con SUL pari a quella dell’edificio esistente; · riserva di aree verdi attrezzate; · ampliamento delle zone servizio. Di tutto questo chiedo uno stralcio ed un apposito emendamento sarà presentato affinché quella storica parte del territorio circoscrizionale venga considerata quale è, città storica intoccabile se non per quanto specificatamente è prodotto dallo stesso N.P.R.G. Sicuramente mi sono allungato troppo su alcuni aspetti che certamente comunque dovranno essere valutati da questo consiglio con molta attenzione e scrupolosità, visto che si parla del futuro prossimo di questo territorio e dell’intera città di Roma.
   

 
 

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