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POLIZIOTTO – VIGILE DI QUARTIERE
Il 15/11/03 si è svolto un seminario sul tema specifico della sicurezza della città ed il capo della polizia, il Dr. Gianni De Gennaro ha illustrato alcuni dati che ben ci fanno sperare; a Roma, le rapine durante il periodo di sperimentazione del “Poliziotto di Quartiere” sono diminuite del 26%, i furti hanno registrato un calo superiore del 6%.
E’ prematuro pensare quanto questa collaborazione tra le Istituzioni e la Collettività hanno inciso sulla riduzione dell’attività delittuosa e sull’aumento della sensazione di sicurezza; di certo i sondaggi ci fanno ben sperare rivelando come i Cittadini sono soddisfatti di questa nuova figura.
Si è intrapresa la strada giusta ? , è prematuro rispondere a questa domanda, ma certamente sono personalmente convinto che si sta perseguendo la strada giusta, il tempo potrebbe portarci grande soddisfazioni sul tema.
Condivido l’espressione usata dal Capo della Polizia Dr. Gianni De Gennaro, quando afferma che il Poliziotto di Quartiere non deve essere “il braccio armato della Legge” ma “il servitore dei Cittadini”; deve saper ascoltare, rassicurare, suggerire, prioritariamente segnalare, quindi mettersi a disposizione di tutti per stimolare e invogliare la Comunità a collaborare con lui, la sperimentazione del poliziotto di quartiere potrà a mio avviso, essere considerata positiva, quando il Cittadino sarà
“il protagonista della sicurezza”.
Un auspicio che sento particolarmente a cuore è il vedere che Carabinieri, Poliziotti ed aggiungo il Corpo dei Vigili Urbani siano quanto prima pienamente inseriti nelle Comunità Locali per viverne le dinamiche e conoscerne le particolarità, così da essere considerati oltre che per il loro fattivo e valido contributo, anche termometro della percezione della sicurezza che hanno i Cittadini.
Non si può non condividere l’analisi fornita in quella sede dal Sig.r Sindaco di Roma, On.le Valter Veltroni quando dice: “c’è una forte domanda di protezione ma i dati ci confortano; il Comune di Roma sta facendo molto su questo fronte, una attenzione che coinvolge tutti, una attenzione alla qualità della vita svolge anche una funzione di sicurezza.
Gli eventi culturali in centro e in periferia, la gente nelle piazze, il potenziamento della illuminazione nelle strade e nelle piazze fa sì che non ci siano zone buie; potersi parlare, scambiarsi opinioni ed emozioni, stare più insieme è sicuramente un deterrente alla sensazione di insicurezza.
Non nascondo di ritenere fattibile e positivo anche un coinvolgimento e una sperimentazione sul campo del “Vigile di Quartiere” e lo stesso Comandante del Corpo dei Vigili Urbani Dr. Aldo Zanetti in quella sede ha ricordato, quanto il Corpo sta producendo in merito alla sua riorganizzazione, auspicando di poter garantire quanto prima l’aumento dei Vigili Urbani sulle strade, attualmente è di circa il 63%, l’obiettivo non molto lontano è di arrivare al 70%.
Non si deve comunque dimenticare che il restante 37% dei Vigili Urbani ha funzioni specifiche presso gli stessi Uffici e non per questo vengono considerati degli imboscati, la loro alta professionalità è sicuramente qualificante; certo il mio personale auspicio è quello che si possa arrivare quanto prima ad aumentare la percentuale dei Vigili Urbani per strada fino ad arrivare al 90%.
Per avviarsi a realizzare quanto più concretamente possibile un progetto fattibile occorre a mio avviso avere in riferimento al Vigile Urbano, due punti fermi:
1) – considerare la collaborazione del Vigile Urbano verso la comunità, non come un normale posto di lavoro, ma valorizzando il proprio impegno come un servizio, stimolando e valutando e considerando ogni singolo componente del Corpo non solo attraverso un rapporto di lavoro a tempo indeterminato ma come un insostituibile servitore della città e dei suoi cittadini; occorre incrementare questo stato d’animo in molti nostri Vigili Urbani i quali dovranno in futuro non sentirsi dei semplici lavoratori, ma dei lavoratori straordinari che la mattina lasciando la propria famiglia vanno “in servizio”; la considerazione può sembrare banale, ma così non è, sicuramente nella seconda ipotesi si potrebbe avrebbe una maggiore sensazione di utilità ed un più concreto senso di appartenenza e di impegno da parte di queste figure professionali.
2) Valorizzare armonicamente l’inserimento si questa figura in ambito dei territori attraverso una continua loro presenza, una presenza che non sia di passaggio, ma attivando vere e proprie postazioni locali, nelle quali il cittadino oltre a farci confidenza può trovare un punto di riferimento per ogni necessità, invogliare i cittadini a scambiare con il Vigile sotto casa quattro chiacchiere, dare un impulso alla fiducia verso costoro, modificando la sbagliata opinione comune per cui il Vigile Urbano è quello ci fa la multa senza rendersi utile alla mia sicurezza; tentare di produrre un reciproco scambio di notizie ed informazioni che possono rendersi utili a strategie e soluzioni in ambito della sicurezza locale.
Per rendere maggiormente credibile quanto si afferma teoricamente è opportuno, anzi auspicabile che ognuno dei soggetti elencati si impegni fin d’ora a rendersi disponibile attraverso le proprie competenze a contribuire positivamente al progetto “sicurezza”, impegnandosi ad una maggiore attenzione e rispetto dello stesso Regolamento del Corpo della Polizia Municipale, Del. 249 del 07/05/2002 e precisamente agli articoli 3/5/8.
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