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Cronistoria Condominio Morbelli, 4 - 00155 Roma, relativa alla penetrazione urbana dei treni ad Alta Velocità
1996 – I condomini in oggetto, vengono a conoscenza che a breve,si sarebbe realizzata la Ferrovia ad alta velocità e il raddoppio della linea esistente Roma –Pescara. (Nel periodo suddetto era presente lato nord dell’edificio un solo binario ad una distanza di circa 15 metri ove transitavano non più di 20 treni locali a bassissima velocità e con non più di quattro carrozze)
1997 – I condomini residenti nello stabile venivano convocati da TAV e Italferr per essere indennizzati in maniera preventiva sui danni che i cantieri avrebbero provocato per non più di 4 anni e comunque non oltre il 2000 ( Le proposte fatte dalle suindicate TAV-Italferr dimostrarono subito una grande diversificazione di trattamento. Ai residenti dei primi due piani veniva offerta la possibilità di andare via previo indennizzo totale degli appartamenti con cifre che al tempo erano idonee all’acquisto di una nuova casa, mentre ai piani superiori si offrivano indennizzi che variavano tra i 7 e i 13 milioni delle vecchie lire) Queste offerte di indennizzo venivano esposte come uniche e risolutive, e quindi era bene accettare, altrimenti non ci sarebbero state più opportunità. Quindi i primi piani furono acquistati dalla TAV, mentre i rimanenti Condomini protestarono per la disparità di trattamento e non apposero firme di accettazione, anzi con lettera raccomandata raccomandata chiesero e proposero lo stesso trattamento, perché avevano individuato nella zona di residenza un’alternativa abitativa di pari valore. A tale richiesta la Tav non rispose ad alcuno.
Intanto gli appartamenti acquisiti, furono lasciati al degrado e abbandono più totale, tanto da provocare le prime e serie problematiche di igiene nello stabile stesso. La sospensione dei servizi più elementari, quale gli scarichi dei water, la mancata elettricità, e l’assenza di riscaldamento negli stessi, cominciava a manifestarsi in tutta la sua precarietà. Forti esalazioni maleodoranti fuoriuscivano nell’androne delle scale, infiltrazioni d’acqua nei giardini dei loro appartamenti provocava allagamento delle cantine…
Sul problema intervenne RAI 2 in una diretta televisiva, che commentava le forti preoccupazioni dei residenti, non solo del Condominio Morbelli,4, ma di tutti i residenti della stessa strada.
In quella trasmissione ( di cui esiste un filmato) le Dirigenze della TAV e dell’ITALFERR, rilasciavano dichiarazioni di assicurazione che sarebbero state prese tutte quelle iniziative e precauzioni per non danneggiare i cittadini, dichiarando altresì che in special modo, avendo ammesso e scritto che lo stabile Morbelli,4 era incompatibile con l’opera, vista l’estrema vicinanza dei lavori e della linea ferroviaria.
Nel frattempo partivano i primi esposti presso le Autorità competenti, e le prime proteste civili con manifestazioni, anche perché i lavori erano iniziati, e tra sbancamenti, mezzi di cantiere, fumi neri da marmitte, avevano già reso impossibile la sopravvivenza, polveri e terra si insediavano ovunque, impossibile aprire le finestre sia per le stesse polveri che per gli assordanti rumori. Nessuna precauzione era stata messa in atto e a proposito esistono diverse foto e filmati che dimostrano quanto asserito poc’anzi.
1999 – Il Comune di Roma delibera la soluzione ai problemi
Delibera 118/1999
Nella delibera venivano considerate le strade di Via Morbelli, via dal Bono, via Avendo. Ai residenti di tali strade venivano prospettate tre opportunità di scelta, (nel frattempo già circa tre anni erano passati tra cantieri, esposti, denunce e forti preoccupazioni sui danni che si stavano producendo, e qualche cittadino ignaro di quello che doveva ancora subire aveva accettato sotto pressione “O questo o niente” i miseri indennizzi offerti.
Le tre opportunità erano:
Casa su casa (Queste case a cui non si è mai creduto, dopo 10 anni non sono ancora edificate)
Intero importo dell’appartamento ( la somma proposta era addirittura indecente, da non poter essere neanche esaminata
Metà del valore per rimanere, che anche se a malincuore, era l’unica via percorribile.
Intanto, i lavori proseguivano, omettendo qualsiasi precauzione sulla sicurezza e tutela di chi vi lavorava e di chi vi abitava. Nel frangente dopo lunghe estenuanti attese, finalmente si riuscì ad ottenere i Testimoniali di stato dell’edificio eseguito dall’Impresa IRTI, che di li a poco falliva e lasciava i cantieri in stato di abbandono e in mano a malintenzionati che facevano incetta di materiali. A nulla valsero le proteste, tanto più che fummo costretti a sporgere ulteriori denunce esposti contro la TAV, la quale imperterrita non prendeva provvedimento alcuno, operai che manifestavano sotto le nostre finestre perché non venivano pagati da mesi.
Una situazione insostenibile, più passava il tempo e più il degrado avanzava coinvolgendo anche il nostro edificio che oramai da anni era soggetto al mancato rispetto delle regole condominiali, e questo sempre da parte della TAV.
2002 – I condomini Morbelli, 4 firmarono l’atto di acquiescenza ( si fa presente che noi tutti fummo rassicurati che tutto sarebbe migliorato, avremmo avuto di li a poco giardini, fioriere, che i cantieri avrebbero ripreso i lavori, ma soprattutto che non sarebbero mai entrati nella nostra proprietà.)
Chiaramente, tutto quello che succedeva veniva monitorato dal VII Municipio e lo stesso con svariati interventi durante i vari consigli municipali e commissioni, veniva edotto dai FRONTISTI danneggiati
Fine anno 2002
Un improvviso atto di esproprio ci veniva notificato
Di lì a poco la TAV avrebbe preso possesso della nostra rampa condominiale, non per solo lavorare, ma per edificare un muro alto oltre dodici metri a soli tre metri dalle nostre finestre.
Rigettammo con determinazione tale occupazione ottenendo solo giustizia temporanea, e immediatamente mettemmo in atto con una serie di documenti, presentati al VII Municipio, al Comune di Roma ed altre istituzioni una seria richiesta di incontro con le dirigenze TAV per scongiurare quanto stava per accadere. ( esiste un verbale di incontro).
Per circa un anno non avemmo più notizie, ma ci rendevamo conto oramai dell’estrema vicinanza del muro che avanzava a ritmi impressionanti, anche perché nei terreni adiacenti le abitazioni erano più distanti rispetto al nostro che è l’edificio più vicino su tutta la penetrazione urbana. Si sperava che questo silenzio era dovuto per lo studio della soluzione del problema, tanto pù che le istituzioni erano informate sia da noi che dalla Speciale Commissione TAV del VII Municipio presieduta dal Consigliere Cesare Marinucci.
A nulla è valso tutto ciò, una mattina di circa un anno e mezzo fa, La TAV, l’ITALFERR con l’ausilio delle forze dell’ordine entravano con la forza nella nostra proprietà privata, trascinando via con spintoni le donne che si opponevano e consigliando al sottoscritto (Roberto Torre, portavoce ufficiale dei condomini) di desistere dal protestare per evitare una denuncia di oltraggio a pubblico ufficiale.Si fa notare che la firma sull’occupazione per pubblica utilità, con i suoi allegati, compresa una piantina del catasto, presentava grosse lacune, perché il palazzo in oggetto non figurava, ma si evidenziava solo un area equivalente a un campo di cicoria.
Ci fu risposto dalle forze dell’ordine che non era di loro competenza esaminare tale cartina, e che gli stessi ci mostravano la stessa in fotocopia sbiadita.
Chiamammo tutte le istituzioni possibili per scongiurare un tale misfatto, ma il caso volle che nessuno ci assistì, anzi fummo lasciati soli anche da un fantomatico comitato.
Conclusione
Oggi, gennaio 2006, il muro è stato edificato con le seguenti conseguenze:
Abbiamo subito una forte carica della polizia in seguito al tentativo di occupazione degli appartamenti TAV da parte dei comitati per la lotta per la casa, e tali azioni hanno provocato danni all’interno dell’edificio ( androne delle scale) ove è avvenuto lo sgombero, spavento degli anziani e dei bambini. Questo ci ha costretto a vivere con la vigilanza diurna e notturna che chiedeva documenti per entrare nelle nostre case.
Degrado totale dello stabile, che grazie all’estrema vicinanza dei mezzi di cantiere ha prodotto lesioni in varie parti dell’edificio, (più volte sono intervenuti i Vigili del Fuoco) allagamenti di cantine per l’otturazione degli scoli piovani anche grazie alle fuoriuscite di cemento tra un pannello e l’altro, scuotimenti dei coppi del tetto che hanno strappato la guaina creando infiltrazioni all’interno degli stessi appartamenti, abbattimento di box e la piena inutilizzazione della rampa, per noi parcheggio essenziale.
Inoltre la totale oscurazione delle scale, degli appartamenti sul lato muro a soli tre metri,
per cui abbiamo fatto fare una perizia tecnica, e siamo sconcertati sul risultato descritto sulla stessa.
Si rammenta che la stessa TAV ha dichiarato incompatibile tale edificio, prima dei lavori, ed oggi grazie ai gravi danni è ad un passo dall’inagibilità.
Trattasi di un edificio costruito con regolare licenza edilizia e abitabilità che paga Rendita catastale e ICI, e che non corrisponde più ad civile abitazione, non rispettando più i canoni previsti dalla legge per cui fu autorizzata la sua edificazione.
Ad oggi sono presenti sul tetto di tale tunnel, materiali non ben definiti, terra non bonificata che contiene residui di amianto, la notte non è illuminato, nonostante la richiesta di sicurezza perchè in più di una occasione malintenzionati, hanno tentato di entrare sui nostri terrazzi con degli assi di legno vista l’estrema vicinanza e facilità di accesso, e in più di un caso abbiamo dovuto chiamare i Carabinieri in piena notte, sia per lo spavento, e sia per la nostra incolumità.
Tra poco oltre a tutto ciò, lo stabile sarà sottoposto a continue vibrazioni per il passaggio di oltre 300 treni, e gia ora quelli più distanti sono più rumorosi per via di uno strano effetto eco e producono più vibrazioni rispetto al tracciato precedente.
A richiesta tutta la documentazione a disposizione.
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