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Dettaglio documento pubblicato n. 506
 
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Data: 20/01/2006
Destinatario: COMMISSIONE REGIONE LAZIO MONITORAGGIO TAV DR. ARMANDO CAMPA
Descrizione: PROBLEMATICHE TAV VIA MORBELLI 4
   
Dettaglio:
Commissione Regione Lazio Monitoraggio T.A.V. Roma 20/01/2006 Presidente Dr. Armando M. Campa Via del Tintoretto 432 Roma Cronistoria Condominio Morbelli, 4 - 00155 Roma, relativa alla penetrazione urbana dei treni ad Alta Velocità. 1996 – I condomini in oggetto, vengono a conoscenza che a breve,si sarebbe realizzata la Ferrovia ad alta velocità e il raddoppio della linea esistente Roma –Pescara. (Nel periodo suddetto era presente lato nord dell’edificio un solo binario ad una distanza di circa 15 metri ove transitavano non più di 20 treni locali a bassissima velocità e con non più di quattro carrozze) 1997 – I condomini residenti nello stabile venivano convocati da TAV e Italferr per essere indennizzati in maniera preventiva sui danni che i cantieri avrebbero provocato per non più di 4 anni e comunque non oltre il 2000 ( Le proposte fatte dalle suindicate TAV-Italferr dimostrarono subito una grande diversificazione di trattamento. Intanto gli appartamenti acquisiti, furono lasciati al degrado e abbandono più totale, tanto da provocare le prime e serie problematiche di igiene nello stabile stesso. Sul problema intervenne RAI 2 in una diretta televisiva, che commentava le forti preoccupazioni dei residenti, non solo del Condominio Morbelli,4, ma di tutti i residenti della stessa strada, in quella sede le Dirigenze della TAV e dell’ITALFERR, rilasciavano dichiarazioni di assicurazione che sarebbero state prese tutte quelle iniziative e precauzioni per non danneggiare oltremodo i cittadini, dichiarando altresì di ammettere anche per scritto che: lo stabile Morbelli,4 era incompatibile con l’opera, vista l’estrema vicinanza dei lavori e della linea ferroviaria. 1999 – Il Comune di Roma delibera la soluzione ai problemi Delibera 118/1999 Nella delibera venivano considerate le strade di Via Morbelli, via dal Bono, via Avendo. Ai residenti di tali strade venivano prospettate tre opportunità di scelta, (nel frattempo già circa tre anni erano passati tra cantieri, esposti, denunce e forti preoccupazioni sui danni che si stavano producendo, e qualche cittadino ignaro di quello che doveva ancora subire aveva accettato sotto pressione i miseri indennizzi offerti, le tre opportunità erano: - Casa su casa - Queste case a cui non si è mai creduto, dopo 10 anni non sono ancora edificate. - Intero importo dell’appartamento - la somma proposta era inaccettabile tanto da non poter essere esaminata. - Metà del valore per rimanere, che anche se a malincuore, era l’unica via percorribile. Intanto, i lavori proseguivano, omettendo qualsiasi precauzione sulla sicurezza e tutela di chi vi lavorava e di chi vi abitava. Nel frangente dopo lunghe estenuanti attese, finalmente si riuscì ad ottenere i Testimoniali di stato dell’edificio eseguito dall’Impresa IRTI, che di li a poco falliva e lasciava i cantieri in stato di abbandono e in mano a malintenzionati che facevano incetta di materiali. A nulla valsero le proteste, tanto più che fummo costretti a sporgere ulteriori denunce esposti contro la TAV, la quale imperterrita non prendeva provvedimento alcuno, operai che manifestavano sotto le nostre finestre perché non venivano pagati da mesi. Una situazione insostenibile, più passava il tempo e più il degrado avanzava coinvolgendo anche il nostro edificio che oramai da anni era soggetto al mancato rispetto delle regole condominiali, e questo sempre da parte della TAV. 2002 – I condomini Morbelli, 4 firmarono l’atto di acquiescenza ( si fa presente che noi tutti fummo rassicurati che tutto sarebbe migliorato, avremmo avuto di li a poco giardini, fioriere, che i cantieri avrebbero ripreso i lavori, ma soprattutto che non sarebbero mai entrati nella nostra proprietà.) Chiaramente, tutto quello che succedeva veniva monitorato dal VII Municipio e lo stesso con svariati interventi durante i vari consigli municipali e commissioni, veniva edotto dai FRONTISTI danneggiati Un improvviso atto di esproprio ci veniva notificato, di lì a poco la TAV avrebbe preso possesso della nostra rampa condominiale, non per solo lavorare, ma per edificare un muro alto oltre dodici metri a soli tre metri dalle nostre finestre. Rigettammo con determinazione tale occupazione ottenendo solo giustizia temporanea, e immediatamente mettemmo in atto con una serie di documenti, presentati al VII Municipio, al Comune di Roma ed altre istituzioni una seria richiesta di incontro con le dirigenze TAV per scongiurare quanto stava per accadere. Per circa un anno non avemmo più notizie, ma ci rendevamo conto oramai dell’estrema vicinanza del muro che avanzava a ritmi impressionanti, anche perché nei terreni adiacenti le abitazioni erano più distanti rispetto al nostro che è l’edificio più vicino su tutta la penetrazione urbana. Si sperava che questo silenzio era dovuto per lo studio della soluzione del problema, tanto pù che le istituzioni erano informate sia da noi che dalla Speciale Commissione TAV del VII Municipio presieduta dal Consigliere Cesare Marinucci. A nulla è valso tutto ciò, una mattina di circa un anno e mezzo fa, La TAV, l’ITALFERR con l’ausilio delle forze dell’ordine entravano con la forza nella nostra proprietà privata. Conclusioni: oggi, gennaio 2006, il muro è stato edificato con le seguenti conseguenze: - abbiamo subito una forte carica della polizia in seguito al tentativo di occupazione degli appartamenti TAV da parte dei comitati per la lotta per la casa; - degrado totale dello stabile, che grazie all’estrema vicinanza dei mezzi di cantiere ha prodotto lesioni in varie parti dell’edificio, più volte sono intervenuti i Vigili del Fuoco, allagamenti di cantine per l’otturazione degli scoli piovani anche grazie alle fuoriuscite di cemento tra un pannello e l’altro, scuotimenti dei coppi del tetto che hanno strappato la guaina creando infiltrazioni all’interno degli stessi appartamenti, abbattimento di box e la piena inutilizzazione della rampa, per noi parcheggio essenziale; - totale oscuramento delle scale, degli appartamenti sul lato muro a soli tre metri, per cui abbiamo fatto fare una perizia tecnica, e siamo sconcertati sul risultato descritto sulla stessa. si rammenta che la stessa TAV ha dichiarato incompatibile tale edificio, prima dei lavori, ed oggi la situazione risulterebbe l’inagibilità dell’immobile. - trattasi di un edificio costruito con regolare licenza edilizia e abitabilità che paga Rendita catastale e ICI, e che non corrisponde più ad civile abitazione, non rispettando più i canoni previsti dalla legge per cui fu autorizzata la sua edificazione. - oggi sono presenti sul tetto di tale tunnel, materiali non ben definiti, terra non bonificata che contiene residui di amianto, la notte non è illuminato, nonostante la richiesta di sicurezza perchè in più di una occasione malintenzionati, hanno tentato di entrare sui nostri terrazzi con degli assi di legno vista l’estrema vicinanza e facilità di accesso, e in più di un caso abbiamo dovuto chiamare i Carabinieri in piena notte, sia per lo spavento, e sia per la nostra incolumità. - a breve, lo stabile sarà sottoposto a continue vibrazioni per il passaggio di oltre 300 treni, e gia ora quelli più distanti sono più rumorosi per via di uno strano effetto eco e producono più vibrazioni rispetto al tracciato precedente. Si chiede: a – una alternativa all’attuale abitazione oggi divenuta invivibile; b – la messa in totale sicurezza dello stabile, attraverso misure concrete di protezione e tutela, quali: finestre anti-sfondamento, umidità piani terra, infiltrazione acqua tetto, lesioni dello stabile e quanto altro necessiti alla stabilità dell’immobile; c) in caso si decida per la seconda opzione è necessario inoltre intervenire per quanto gli indennizzi di polveri e rumori vibrazioni procurati e non risarciti in tutti questi anni
   

 
 

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